Alcuni ricercatori hanno scoperto una grossa falla nel nuovo sistema di voto elettronico sviluppato dalla Posta svizzera. L'errore - che nel frattempo sembra essere stato risolto - è emerso nel quadro del test pubblico, che andrà avanti fino al 24 marzo, il cui scopo è proprio quello di scoprire ed eliminare possibili punti deboli. Il problema venuto a galla riguardava comunque solo il nuovo sistema della Posta e non quello già utilizzato in quattro Cantoni.
L’episodio ha riacceso i riflettori comunque sul cosiddetto e-voting, la possibilità di partecipare ad elezioni per via elettronica. Per alcuni è lo sviluppo naturale di una moderna democrazia, in grado tra l’altro di aumentare la partecipazione al voto. Per altri invece è una minaccia che ci espone agli hacker e alle manipolazioni dell’elettorato.
Proprio oggi è stata lanciata l'iniziativa intitolata "Per una democrazia sicura e affidabile (Moratoria sul voto elettronico)". Sostenuta da un comitato di politici di sinistra e di destra, assieme a rappresentanti della società civile, chiede di proibire il voto elettronico almeno fino a quando non sarà sicuro da manipolazioni come il tradizionale voto alle urne. Allarmismo eccessivo, replicano altri.
Di tutto questo parliamo con:
Angelo Consoli, ingegnere informatico, Responsabile del gruppo di sicurezza sulla criminalità informatica del Dipartimento tecnologie innovative SUPSI
Nenad Stojanovic, politologo, Università di Ginevra
Carlo Brancati, presidente del Partito Pirata delle Svizzera italiana
René Lenzin, incaricato degli affari correnti presso la Cancelleria federale
Intervista registrata a una portavoce della Posta
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
Scopri la serie