“Siamo arrivati ad uno dei momenti più allarmanti del conflitto e senza un'azione urgente il rischio di un'escalation ancora maggiore aumenta di ora in ora: l'esigenza più urgente è un cessate il fuoco immediato prima che la situazione sia completamente fuori controllo"; così si è espresso il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, al Consiglio di Sicurezza riunitosi d’urgenza. Al centro di questa fiammata militare la città di Idlib dove le forze governative siriane (appoggiate dalla Russia, dall’Iran e dagli Hezbollah libanesi) hanno bombardato un contingente turco provocando la morte di 33 soldati.
La dinamica dell’attacco non è stata chiarita del tutto ma per il Governo turco (che sostiene le opposizioni armate asserragliate a Idlib) si è trattato di un’azione deliberata per cui è scattata la rappresaglia militare ma non solo: il Presidente Recep Tayyip Erdogan, ritenendo che l’Europa non fa abbastanza per sostenere il suo sforzo bellico ha disposto l’apertura delle frontiere per i profughi presenti sul territorio turco. Sabato, primo marzo, circa 10'000 persone si sono ammassate al confine con la Grecia e ci sono stati scontri e domenica alcune migliaia di rifugiati tra cui donne e bambini siriani, afghani e iracheni, si sono incamminati verso il valico di frontiera di Pazarkule.
Sullo sfondo rimane la drammatica situazione umanitaria di Idlib dove la popolazione subisce le offensive degli uni e degli altri con le agenzie umanitarie che non riescono a far pervenire gli aiuti. Quasi un milione, secondo le stime delle Nazioni Unite, le persone messe in fuga negli ultimi mesi e lasciate senza un tetto dal conflitto che dura ormai da 9 anni. La Turchia è determinata a prevenire un nuovo afflusso di sfollati che si aggiungerebbe ai 3,6 milioni di rifugiati siriani che già ospita. Ankara sostiene la creazione di una "zona sicura" per garantire - dice - rifugio ai civili in fuga. Da parte sua, Putin ha detto a Erdogan di essere "seriamente preoccupato" per le "azioni aggressive" dei jihadisti nella regione siriana di Idlib.
In attesa che i presidenti di Russia, Turchia e Francia, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdogan e Emmanuel Macron, possano incontrarsi a Mosca il 5 marzo, Modem fa il punto della situazione con:
Filippo Cicciù, collaboratore RSI da Istanbul;
Lorenzo Trombetta, collaboratore RSI da Beirut;
Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali (CeSI)
Donatella Rovera, di Amnesty International, Londra.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703681