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Una persona tranquilla.

Spara sui colleghi: 3 morti e 7 feriti a Menznau

  • 28.02.2013
  • 32 min
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Una persona tranquilla.

Una persona tranquilla. Inizia così la maggior parte delle testimonianze relative ai gravi fatti di sangue che la cronaca registra con drammatica regolarità. Questa volta a sparare nella mensa dell’azienda dove lavorava da una decina d’anni, è un 42enne svizzero, di professione macchinista, padre di famiglia. Mirando intenzionalmente le sue vittime, dalla sua pistola, partono i colpi che uccidono due persone e ne feriscono altre sette, quasi tutte in modo grave. Poi si suicida. L'episodio è avvenuto mercoledì mattina verso le 9, a Menznau, nel canton Lucerna, nell’azienda Kronospan, una ditta per la lavorazione di materiali di legno che conta circa 400 dipendenti. Recentemente, la produzione è stata diminuita - come in tutte le altre imprese del settore - a causa di una grave penuria di materie prime. Nel 2010 l'azienda, di proprietà della Krono Holding austriaca, ha registrato un giro d'affari di 300 milioni di franchi. In una trentina d’anni, in Svizzera si contano una quindicina di stragi, una ogni due anni, per la stragrande maggioranza avvenute in ambito famigliare. Stragi come questa di Menznau, messa a segno in un contesto pubblico, ricordano quelle di Zugo del 2001 (Friederich Leibacher uccide 11 deputati nell’aula del Gran Consiglio), di Rivera del 1992 (sei morti a Rivera per mano di Erminio Criscione ) e di Zurigo del 1986 , quando Günther Tschanun, capo della Polizia delle costruzioni della città, uccide nel suo ufficio 4 suoi collaboratori.

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