Cianobatteri nel Ceresio
Controcorrente

La presenza di cianobatteri nel Ceresio: in futuro è davvero a rischio la balneabilità del lago di Lugano? Quali saranno le conseguenze?

Di Antonio Bolzani

  • 15.09.2023
  • 40 min
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Quell’acqua verdastra che continua a preoccupare e quel paesaggio lacustre -da sempre biglietto da visita del Luganese- che purtroppo si modifica: la presenza di cianobatteri nel Ceresio rischia in futuro di causare grossi e seri problemi, oltre all’ecosistema, anche al turismo e alle attività sportive, ricreative, economiche e commerciali che ruotano attorno al lago. Siete preoccupati? Vedere il lago in quelle condizioni vi rattrista? Un’eventuale non balneabilità del lago di Lugano nelle prossime estati, a causa di queste estese e prolungate fioriture di cianobatteri, potrebbe costringere tutti gli appassionati frequentatori del Ceresio a cambiare le loro abitudini: quali potrebbero essere le alternative? Ne parliamo oggi a Controcorrente, con i vostri commenti e le vostre domande alla nostra esperta: telefonaneteci allo 0848 03 08 08 o scriveteci via Wathsapp allo 076 321 11 13. La colonia di Cianobatteri (nota come alga azzurra) riscontrata nel Ceresio si sta dunque espandendo. Ma cosa sappiamo dei Cianobatteri? I Cianobatteri sono organismi unicellulari microscopici che fanno parte del regno dei batteri in grado nella maggior parte dei casi di comportarsi come alghe: utilizzano l’energia del sole che trasformano in energia per il loro metabolismo tramite la fotosintesi. Per questo motivo, sono conosciuti anche come alghe azzurre, o Cianoficee. Sono diffusi ovunque e popolano in grande quantità le acque: si trovano in laghi, fiumi, sorgenti, mari, eccetera. In condizioni propizie, i Cianobatteri possono proliferare in maniera importante, creando degli aloni visibili a occhio nudo di diverse tonalità di verde, marrone o rosso, che fluttuano negli strati strati superficiali dell’acqua. Si tratta delle cosiddette “fioriture” anche chiamate «blooms». Si conoscono numerose specie di Cianobatteri e parecchie di queste producono sostanze altamente tossiche per gli animali, come ad esempio le microcistine. Possono quindi essere responsabili a volte dell’intossicazione e della morte di animali selvatici e domestici, come avvenuto recentemente sulle rive del lago di Neuchâtel. Seri problemi sono stati segnalati anche per l’uomo. Dal punto di vista scientifico i cianobatteri forniscono utili indicazioni sulla qualità dell’ambiente. Uno studio del 2017, condotto da ricercatori svizzeri e francesi e pubblicato nella rivista Nature - Ecology and Evolution ha ad esempio dimostrato che nell'ultimo secolo la composizione dei cianobatteri nei laghi della regione alpina sta diventando sempre più omogenea. Se fino a circa un secolo fa, ogni lago aveva una sua caratteristica comunità di cianobatteri, lo studio evidenzia come le differenze fra un lago e l'altro stiano diminuendo sempre più. Secondo i ricercatori, due dei principali motivi di questa tendenza sono l'aumento delle temperature e l'eccesso di fertilizzanti in molti laghi iniziato negli anni '60 e '70. Ad approfittare del riscaldamento climatico e della momentanea abbondanza di nutrienti sono soprattutto le specie potenzialmente velenose, capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti ambientali.

È ospite:
Camilla Capelli
, ricercatrice del settore idrogeologia e limnologia dell'Istituto di scienze della Terra (IST) della SUPSI ed esperta di cianobatteri

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