Quando ci sottoponiamo a un’operazione chirurgica o a un esame medico invasivo dobbiamo firmare un documento, dove è esplicitato il nostro consenso. Apponiamo la nostra firma dopo essere stati informati dal medico su rischi legati all’intervento o alla sua mancata esecuzione e alle alternative disponibili. Il consenso informato è uno strumento con importanti risvolti etici, che tutela la nostra libertà e la nostra autodeterminazione di scegliere quello che riteniamo giusto per noi in campo medico. Ricade sotto il grande cappello della comunicazione tra medico e paziente, un ambito che ha acquistato sempre più importanza nel nuovo modello della scelta condivisa, dove medico e paziente decidono assieme su un intervento, un esame, una terapia, dopo che il primo ha fornito al secondo tutti quei dati e quelle analisi utili per maturare “un consenso informato”
Quali le sfide e i punti critici dei processi legati al consenso informato dal punto di vista etico, giuridico e della comunicazione tra operatori sanitari e pazienti?
Ne discutono a Millevoci:
Michele Bedulli, capoclinica di medicina interna all’ospedale regionale di Lugano, specialista in etica clinica, membro della commissione di etica clinica dell’EOC
Sara Rubinelli, docente in comunicazione sanitaria alla Facoltà di scienze della salute e medicina dell’Università di Lucerna
Katya Schober-Foletti, avvocata e consulente giuridica dell’ACSI, siede nella Commissione di vigilanza sanitaria dell’Ufficio sanità del canton Ticino in rappresentanza dei pazienti
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