Miro Wittwer è uno dei volti più noti del cristianesimo sui social media in Svizzera. Con oltre 20’000 follower tra Instagram e TikTok, Wittwer si presenta come “un uomo e un servitore di Dio”. Tuttavia, i suoi contenuti non si limitano a preghiere, ma includono anche messaggi considerati omofobi. Gli esperti mettono in guardia dal fenomeno, come emerso da un’inchiesta andata in onda ieri (mercoledì) a Rundschau, sulla SRF.
Georg Otto Schmidt, esperto di sette e nuovi movimenti religiosi sentito dal Radiogiornale RSI, definisce Wittwer come una delle figure più problematiche nell’ambito delle chiese libere cristiane. “È stato negli Stati Uniti, in Florida, dove si è unito a una chiesa radicale e si è messo in rete con altri predicatori radicali. Ora porta questa fede fondamentalista radicale dagli Stati Uniti alla Svizzera.”
Wittwer, tuttavia, rifiuta l’etichetta di “cristiano radicale”. “Non mi classificherei così. Credo semplicemente che sia giusto essere radicali nelle proprie convinzioni e non scendere a compromessi, perché i compromessi sono pigri”.
Schmidt, che segue Wittwer da tempo, però mette in guardia: “Crede di essere in contatto con Dio e sente di doverlo trasmettere. Questo ovviamente è estremamente pericoloso perché ricorda le biografie dei fondatori delle sette.”
Di fronte a questo fenomeno, le chiese tradizionali faticano a tenere il passo con gli influencer cristiani, siano essi radicali o moderati. A Zurigo, la Chiesa riformata sta cercando di adattarsi con RefLab, un progetto digitale che mira a raggiungere chi è lontano dalle strutture tradizionali, offrendo una comunità aperta e interattiva online.








