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Lara Gut nel bene e nel male

Riflessioni dopo la medaglia di bronzo in discesa

  • 12.02.2014, 18:08
  • 06.06.2023, 12:28
Lara Gut nel bene e nel male

Il sorriso... amaro di Lara Gut per la medaglia di bronzo in discesa

  • Keystone

di David Conti

Nel bene o nel male fa sempre parlare si sé. È inevitabile. Finisce sempre così quando un o un'atleta non riesce o non vuole nascondere sentimenti e opinioni. Prendere o lasciare, amare o odiare. È il caso di Lara Gut, croce e delizia dello sci rossocrociato. E dei tifosi ticinesi. E senza ipocrisia, anche di noi giornalisti che la seguiamo dai suoi primi passi. Tutto è iniziato proprio da lì, dalla prima intervista. Avrà avuto sì e no 14 anni, timida e impacciata davanti al microfono, con mamma Gabriella al suo fianco. Poi le prime dichiarazioni in Coppa Europa, il primo podio e la prima vittoria in Coppa del mondo fino ad arrivare agli argenti mondiali di Val d'Isère e alla medaglia olimpica di Sochi.

La coincidenza ha voluto che fossi sempre presente. Anche se ai margini, senza vivere la sua crescita dall'interno del team. Ovviamente. E in passato ci si è anche punzecchiati. Fa parte del gioco. Basta non mancare di rispetto, e in questo la gente talvolta pecca, non solo per colpa dei social network. Lara è una genuina, che può piacere o meno, ma l'atleta e il talento non si discutono. La sua crescita è sotto gli occhi di tutti. E la sua delusione per un mancato oro va di pari passo con il trascorrere degli inverni. Il primo argento mondiale era tutto di guadagnato, il bronzo olimpico è un oro perso. E arrabbiarsi ci sta, anche se a vincere è una ragazza fantastica come Dominique. In fondo, lo sci è uno sport individuale.

Arrabbiarsi ci sta, appunto, purché ognuno rispetti ruoli e doveri. La critica costruttiva è un bene da coltivare, sulla quale continuare a progredire. Le analisi post-gara di Lara sono sempre lucide, precise. Come in fondo lo è stata quella di Fabienne Suter, quinta nella libera e nemmeno tanto lontano dal podio in un inverno caratterizzato da nebbia e bufere. "Cosa mi è mancato? Forse non sono una campionessa", ci ha risposto. Forse ha ragione, e sicuramente Lara non lo avrebbe mai detto nemmeno se l'avesse pensato davvero. Non è arroganza, ma convinzione nei propri mezzi, indispensabile per poter ambire a qualcosa di importante. Tra le due, io scelgo Lara. Tutta la vita. Nel bene e nel male.

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