"Una decisione maturata col tempo"

Marie Polli ha detto basta, con la consapevolezza di aver dato e ricevuto tanto dallo sport e dalla marcia in particolare. Una decisione che è stata comunque difficile da prendere? "Mancava solo l'ufficialità, perché era una decisione che avevo preso da tempo. Un insieme di cose mi ha portato ad appendere le scarpette al chiodo: l'età, l'aver già fatto tutto quello che si poteva fare, ... Chi mi stava vicino sapeva già. Laura? Non posso dire che non cambierà nulla, ma comunque la seguirò negli allenamenti, magari in bicicletta. Le darò un supporto diverso da oggi via".

Al momento di chiudere una carriera, la tradizione vuole che si vada a definire gli avvenimenti più belli e quelli più brutti, e così è anche per la 36enne capriaschese: "I momenti belli sono tantissimi... Difficile scegliere. Potrei dire la gara nella quale mi sono qualificata per i Giochi, o la gara olimpica, o il Mondiale a Osaka, il mio primo. Oppure quello di Mosca, il primo vissuto con Laura in gara. Anche di momenti brutti ce ne sono tanti, ma per dirne uno e abbastanza recente, dico il terzo posto mancato ai Giochi della Francofonia, che vabbè, è una gara che ha il valore che ha, ma aver perso forse l'unica medaglia a livello internazionale che potevo conquistare in carriera all'ultimo chilometro è stato duro da digerire".

Ma nonostante tutto c'è stata una lacrimuccia che è scesa? "È una decisione serena, maturata col tempo. Già l'anno scorso doveva essere l'ultimo, ma non volevo lasciare con una gara come i Mondiali di Pechino, dove non ero soddisfatta. Tutta una serie di problemi fisici però mi hanno impedito di provare a strappare il biglietto per le Olimpiadi... La lacrimuccia me la stanno facendo venire amici, colleghi, parenti, ... Leggo qua a e là i messaggi, guardo le foto, penso sia normale un po' di emozione".