dall'inviato a Courchevel Luca Steens
Le due settimane di Mondiali si sono chiuse con la gara più incerta, sulla parte finale ghiacciatissima dell'Éclipse che ha garantito lo stesso trattamento a tutti e 100 gli sciatori impegnati nello slalom speciale maschile. Venti atleti in 1"02 dopo la prima manche, con il trentesimo a 1"90, hanno fatto sì che tutti abbiano tentato la propria chanche sul secondo tracciato, per uno spettacolo che ha infiammato le tribune e il parterre dello stadio, che ha probabilmente stabilito il record di presenze per un'apoteosi finale. A spuntarla alla fine è stato Henrik Kristoffersen, che dopo aver chiuso in 16a piazza al mattino ha messo sulla neve tutto quanto aveva per andare a cogliere il suo secondo titolo iridato a 28 anni dopo quello ottenuto in gigante ad Are. Per il norvegese la consacrazione anche tra gli amati paletti stretti, che in Coppa del Mondo l'hanno visto imporsi 23 volte ma che finora ai grandi eventi lo avevano lasciato giù dal gradino più alto.
L'emozione: quella che non c'è stata per gli svizzeri, che hanno chiuso lontani dalle posizioni che contano. Scioccati forse dall'immediata uscita di Loïc Meillard sul primo tracciato, gli altri hanno sciato un po' intimiditi, mentre al pomeriggio non hanno digerito gli angoli piazzati dall'allenatore tedesco. Con una concorrenza così spietata, è stato fatale.
Il personaggio: non può che essere AJ Ginnis. Alexandros Joannis, nato ad Atene da papà greco attivo come maestro di sci e da mamma statunitense, cresciuto in una località marittima, a due anni ha infilato i primi sci per divertirsi sul Monte Parnassus, "una montagna vera", come ha tenuto a sottolineare in conferenza stampa. A 12 anni la famiglia si è trasferita in Austria, dove l'oggi 28enne ha capito che poteva fare della sua passione un mestiere, prima di un ulteriore spostamento nella patria della mamma. Lì è entrato nei quadri della Nazionale a stelle e strisce, ma dopo due anni quasi completi saltati per infortunio, nella stagione 2020-21 si è ripresentato in pista sotto la bandiera greca. L'incubo delle cinque operazioni allo stesso ginocchio si è trasformato in favola passando da sole 4 entrate a punti in carriera in CdM su 44 gare disputate, con l'unico top 10 conquistato con un favoloso secondo posto a Chamonix nell'ultimo appuntamento prima della rassegna iridata.
La curiosità: la gara più tirata delle due settimane non ha avuto l'onore di vedere i primi sei premiati sulla Medal Plaza. L'ultimo giorno, con tutti impegnati a smontare e sbaraccare il più possibile, la cerimonia di premiazione si è svolta rapidamente davanti ai pochi rimasti in tribuna prima della cerimonia di chiusura. Un peccato.
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