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La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo - Giuliano Zanchi

Affermiamo che «la bellezza salverà il mondo», ma ne siamo sicuri? E se invece lo avesse solo conquistato?

  • 29.10.2022
  • 4 min
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“Siamo nella società della bellezza onnipresente” così sentenzia Giuliano Zanchi nel suo recente libro pubblicato da Vita e Pensiero dal titolo La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo.

Mi presento: sono Enzo Tomaselli e frequento il primo anno nel master in Lingua Letteratura e Civiltà italiana presso l’USI. La bellezza complice è un saggio d’estetica scritto del filosofo e teologo don Giuliano Zanchi, professore di teologia presso l’università cattolica di Milano. Il suo libro vuole aprire una riflessione sul valore dell’estetica nella società contemporanea: circondati da abiti, automobili, cibi gioielli e mille altre cose che devono essere belle, siamo perennemente in contatto, e ossessionati, dalla bellezza. Il titolo però suggerisce una dimensione ulteriore, nascosta agli occhi dei più: la complicità della bellezza nell’alterare la nostra percezione del mondo.

Ma come può la bellezza essere complice? Per Complice non si intende il senso morale, quanto una funzione sociale riferisce Zanchi, ovvero il suo ruolo dentro le dinamiche della società, e innanzitutto dell’individuo. Infatti, uscita dalle stanze del soprannaturale scrive Zanchi «la bellezza ha a suo modo ha scelto di incarnarsi. Ha messo casa tra di noi […]ci garantisce un paradiso e veste le nostre nudità». Persa la sua dimensione trascendente, la bellezza ha deciso di diventare quotidiana, diventando la regina indiscussa del nostro mondo, per salvarci o, forse, solo per proteggerci.

Zanchi nel suo saggio La bellezza complice mette a tema il precesso dell’uomo moderno fino al suo annegarsi nella bellezza: dopo il crollo del pensiero metafisico del secolo scorso, e il conseguente impero del nichilismo, la bellezza ha preso il posto della Verità. Nietzsche è stato il primo a parlare della bruttezza della verità, perché egli ha squarciato il velo dell’illusione e affermato che dietro ai concetti di Dio, di Verità e Giustizia, non ci sia altro che un cumulo di cenere. Tutto quello che il mondo occidentale ha ricercato per secoli, si è infranto in mille pezzi, e quanto è sempre stato definito Verità, con la V maiuscola, non è mai stato così brutto. Nietzsche proponeva allora di scrivere una nuova verità, di opporsi con coraggio al nulla in un nuovo ed energico slancio vitale. Tuttavia, nessuno ha accolto la sfida. Secondo Zanchi, la conseguenza è che oggi la bellezza, nel secolo della scienza e della tecnica, dotata di strumenti e possibilità senza precedenti, ha il compito di nasconde la mancanza di senso e la totale assenza di punti di riferimento. Perché il nichilismo fa paura, dunque meglio non pensarci, travestendo la realtà di bellezza.

In un discorso solido e stringente il saggio di Giuliano Zanchi La bellezza complice, cosmesi come forma del mondo ripercorre quanto ho appena descritto con una prosa frizzante e imprevedibile. Nel suo percorso argomenta il ragionamento con riferimenti della recentissima cultura popolare, dalla musica ai Film, dal pensiero degli ultimi filosofi fino alla pubblicità, mostrando come il bello influenzi la vita di tutti i giorni. Un libro straordinariamente interessante, oserei dire avvincente, nello svolgersi delle sue riflessioni, che continuamente rendono attento il lettore su molti processi in cui, coscienti o meno, siamo quotidianamente immersi.

Affermiamo che «la bellezza salverà il mondo», ma ne siamo sicuri? E se invece lo avesse solo conquistato?

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