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Guido Calgari legge e commenta il XXIV canto dell'Inferno. Dante e Virgilio giungono alla settima bolgia dell'ottavo cerchio, dedicata ai ladri: per il poeta sono peccatori che hanno trasgredito il settimo comandamento divino di non rubare. Un gran numero di serpenti cingono il loro corpo e bloccano le loro mani, ed essi nudi, completamente indifesi, inutilmente tentano di scappare ai morsi e alle strette degli spietati custodi. Quando vengono morsi, ardono e si riducono in cenere per poi ricomporsi e sopportare un nuovo supplizio. In questo luogo incontrano Vanni Fucci che, solo per provocar dolore in Dante, predice la cacciata dei Bianchi di Firenze dalla città.
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