Cultura

Yves Klein e Arman. Le Vide et Le Plein

Fino al 12 gennaio la Collezione Olgiati mette a confronto, per la prima volta, la poetica artistica dei due esponenti di punta del “Nouveau Réalisme”. Un coinvolgente percorso attraverso sessanta lavori, curato da Bruno Corà, con allestimento di Mario Botta

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Yves Klein, Fa (RE 31), 1960

  • © Succession Yves Klein / 2024, ProLitteris, Zürich
Di: Giorgia Fasola 

È in una palestra di judo a Nizza, la loro città natale, che Yves Klein e Arman si incontrano per la prima volta. Entrambi molto giovani e alla ricerca di nuovi modi di esprimersi, stringono da subito una solida amicizia che va oltre l’interesse per l’arte.

Curiosi, provocatori e innovativi, i due coetanei vivono un rapporto di continuo scambio che li vede diventare protagonisti di un’intensa stagione dell’arte europea, capace di dare vita al movimento del Nouveau Réalisme.

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Arman, Antonio e Cleopatra (Colère), 1966

  • © Arman Studio Archives New York / 2024, ProLitteris, Zürich

La mostra «Yves Klein e Arman. Le Vide et Le Plein» esplora, in modo del tutto inedito, due aspetti opposti ma complementari della poetica dei due maestri: il vuoto e il pieno. «A Yves piacque molto l’idea della nostra complementarietà. Mi disse: tu sei l’ingranditore del quantitativo e io il guardiano del vuoto».

Per Klein, il concetto di “vuoto” si intreccia con la dimensione poetica dell’immaterialità, un tema che attraversa tutta la sua carriera artistica, profondamente influenzata dalla filosofia Zen. Nella sua celebre esposizione “Le vide” del 1958 alla Galleria Iris Clert a Parigi, l’artista espone infatti uno spazio completamente vuoto, sostenendo l’idea che l’opera d’arte risieda non nell’oggetto fisico, ma nell’esperienza sensoriale e spirituale dello spettatore.

Due anni più tardi Arman, nel medesimo luogo, con la mostra “Le plein” realizza un’operazione di segno contrario. L’artista riempie lo spazio con oggetti e rifiuti della realtà urbana, dando vita a una vetrina che il pubblico può osservare solo dall’esterno. L’idea è quella di esaltare l’abbondanza degli oggetti di consumo, mettendo in evidenza il surplus della società consumistica.

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Tra opere più e meno note, l’eccezionale esposizione propone dunque un dialogo frontale dei loro diversi linguaggi, che si sviluppa in ordine cronologico percorrendo alcune tappe fondamentali della loro carriera. Un’occasione per conoscere a fondo le loro personalità distinte ma affini e per riflettere su due visioni opposte dell’arte e del mondo.

Le Vide et le Plein

Alphaville 23.09.2024, 11:00

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