Bella e terrifica, la fotografia aerea di Edward Burtynsky (fotografo canadese nato il 22 febbraio 1955) esplora l’impatto devastante che le attività umane esercitano sulla natura, lasciando cicatrici indelebili nel territorio. Dai campi di carbone in California alle miniere di rame in Australia, dai cantieri di rottamazione in Bangladesh alle cave di Nichel e Uranio nel suo Ontario, Burtynsky pone il suo obiettivo sul paesaggio fabbricato, rivelando lo scempio e l’usurpazione che l’umanità sta compiendo con la sua ingordigia di materie prime.
Lontane dalla romantica riproduzione della bellezza (che abitualmente connota la ripresa aerea del paesaggio), le fotografie di Burtynsky vanno a caccia della monumentalità e della drammaticità dei paesaggi modificati dalla dinamite, dagli scavi di caterpillar, dall’accumulo di materie riciclate, dalle massicce invasioni minerarie: spazi e luoghi dove l’attività umana ha lasciato la sua impronta nel nome del progresso. Ne risulta un ampio schedario di rovine, contemplate nella loro tragica malinconia.
Senza emettere alcun giudizio, Burtynsky fotografa una devastazione naturale che tendiamo a dimenticare o a non conoscere, diversamente dall’invasione urbana, cui ci imbattiamo quotidianamente (con la sua proliferazione cementizia, le autostrade, i capannoni, i palazzi e le costruzioni per piani). Insieme descrittive e politiche, le sue fotografie di grande formato suscitano attrazione e repulsione, seduzione e paura, fascino ed inquietudine.
«Le decisioni che prendiamo oggi sono l’eredità che lasciamo al futuro», afferma il fotografo canadese che mette il suo talento artistico al servizio della sostenibilità. Fortemente pittoriche, le sue immagini, pervase da turbinii di colore (che sembrano non rispondere a nessun punto focale ma aderire alla vastità dello spazio) ricordano i dipinti a tutto campo di Pollock e altri espressionisti astratti.
Colorado River, 2011
Nella serie Water (2017) Burtynsky esplora l’acqua come risorsa preziosa, come necessità quotidiana per il nostro corpo e il nostro pianeta e come fonte primaria della vita. Scegliendo luoghi nei quali l’equilibrio ecologico è stato distrutto dall’intervento dell’uomo, Burtynsky mostra i pericoli determinati dal continuo sfruttamento delle risorse idriche. All’elemento acqua strappa prospettive e angoli visuali assolutamente fuori del comune, con maestose inquadrature in campo lunghissimo. Le immagini di grande formato, spesso trattate cromaticamente evidenziano la rilevanza dell’acqua nei cinque continenti, raffigurando il suo stoccaggio e il suo abuso per averne profitto. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a una monumentalità drammatica e brutale.
Colorado River, 2012
Le “foto d’acqua” di Edward Burtynsky, sebbene prive di ridondanze moralistiche o pedagogiche, possono essere interpretate come un'esortazione ad abbandonare l’atteggiamento passivo che spesso connota i nostri atti quotidiani. Il suo approccio metodico (che consiste nel presentare le fotografie con una minuziosa descrizione della realtà raffigurata), contribuisce a rendere tangibile la portata del problema.
L'Amazzonia di Salgado
Telegiornale 02.06.2023, 20:00