Grandi mostre

Infiniment bleu

La più eterea e elegante “arte grezza” della Collection de l’Art Brut di Losanna è quella di Laure Pigeon. Il museo la omaggia con una importante mostra antologica

  • Oggi, 17:00
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Laure Pigeon, Sans titre, 1956 - inchiostro blu su carta (50 x 65)

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne
Di: Alphaville/Maria Chiara Fornari 

Laure Pigeon, Infiniment bleu, fino al 1 febbraio 2026, alla sede della Collection de l’Art Brut di Losanna. A cura di Anic Zanzi, conservatrice al museo losannese.
Il catalogo che accompagna la mostra è pubblicato da Collection de l’Art Brut/5 Continents Editions, 2025. Direzione del progetto editoriale e prefazione di Sarah Lombardi, testi di Flavie Beuvin e Anic Zanzi.

Quando Laure Pigeon (Parigi, 1882-1965) inizia a disegnare innumerevoli tratti a inchiostro blu su carta, si trova nel suo appartamento di Nogent-sur-Marne, ha 53 anni e non smette di farlo per altri 30, fino ad un anno dalla morte. Il risultato sono poco più di quattrocento disegni, buona parte dei quali contenuti in quaderni.
Un’attività instancabile quanto precisa, che rivela una sicurezza del gesto e una forza grafica del tutto peculiari, una attività che trae ispirazione e forza dal mondo dello spiritualismo e dello spiritismo al quale Laure Pigeon ha aderito.
Le sue opere, molte su carta, ma alcune anche su tela, sono state scoperte dopo la sua morte e salvate da una possibile distruzione, da Jean Dubuffet, il teorico di questa particolare arte della spontaneità, che reputa Pigeon un «caso importante di art brut». Il suo tratto è molto noto a chi frequenta la Collection losannese, in Avenue des Bergières 11. Impossibile non rimanere impressionati dai grandi fogli coperti d’inchiostro blu, di Laure Pigeon tra le opere esposte. Le sue forme composte da piccoli, fitti segni ad inchiostro, pervicacemente posti uno a fianco e dopo l’altro a costruire una successione di mondi connessi e forme ipnotiche che rimandano talvolta alla natura, alla flora e alla fauna, talaltra vanno a comporre profili umani o caratteri di scrittura in un blu che non sempre rassicura.

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Laure Pigeon, Sans titre, 1936

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

Dubuffet crede subito nel grande valore dell’artista e le dedica il sesto fascicolo dei Cahiers de l’Art Brut. Subito dopo, nel 1967, in occasione della prima mostra in un’istituzione museale dedicata all’Art Brut, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, Dubuffet scelse proprio un’opera di Laure Pigeon per illustrare il manifesto della mostra e vi espose ben 26 suoi lavori.
Solo dieci anni dopo, nel 1978, la Collection de l’Art Brut di Losanna, che da due anni aveva aperto al pubblico, aveva potuto organizzare un’esposizione antologica dedicata all’artista.
Ora, per la grande esposizione autunnale del museo losannese, i lavori di Laure Pigeon escono dai depositi. Un’occasione speciale per scoprire opere inedite dell’artista e capire meglio chi fu Laure Pigeon, questa artista ignota in vita, che ci ha lasciato una grande messe di disegni blu.
Lou Lepori ha intervistato per Alphaville Anic Zanzi, curatrice dell’esposizione.

Si tratta di un gesto creativo totalmente solitario. Laure Pigeon non ha mostrato le sue opere, almeno in vita, a nessuno, salvo agli stretti familiari. Tutta la sua opera è stata ritrovata nel suo appartamento subito dopo la sua morte.

Anic Zanzi

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Laure Pigeon, Sans titre, 1953

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

Di Laure Pigeon conosciamo solo alcuni fatti salienti della sua esistenza. La morte della madre quando ha solo cinque anni, l’adozione da parte dei nonni paterni e il trasferimento da Parigi alla Bretagna. Sappiamo che nel 1917, all’età di 35 anni, cioè abbastanza tardi per una donna del suo tempo, sposa un chirurgo dentista. Nel 1933, dopo circa 15 anni di matrimonio, lascia il marito, a causa di un tradimento e va a vivere in una pensione vicino a Parigi. Vi rimarrà per una decina d’anni. In quella pensione incontra una giovane donna che la inizia allo spiritismo.
Non si hanno informazioni sui suoi interessi o prepensioni artistiche sappiamo però che quando disegnava considerava la sua mano guidata dalle forze dell’aldilà. Due guide in particolare avrebbero condizionato il suo operare artistico: una legata alla madre, che sarebbe in un’altra vita diventata un’artista, e un’altra riferita all’Apostolo Pietro, con cui sarebbe stata sposata in un’esistenza passata.

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Laure Pigeon, Sans titre, 1957

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

Jean Dubuffet aveva definito l’Art Brut come un’arte legata ai degenti di istituti psichiatrici o comunque lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali, messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture, ecc.) dal loro profondo e non stereotipi dell’arte classica o dell’arte di moda. Su questa linea intensifica le sue ricerche verso l’arte medianica. Nel 1963 conosce il direttore di una rivista spiritista e un suo collaboratore. Contatti che gli hanno consentito il salvataggio delle opere di Pigeon. Intermediari importanti anche per l’acquisizione di diverse altre opere di artisti del mondo dello spiritismo.

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Laure Pigeon, Sans titre [cahier n.2], 1938 (inchiostro blu su carta) - 31 x 48 cm

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

Sono due le fasi riconoscibili nella creazione artistica di Laure Pigeon.
La prima fase, dopo il 1934, quando lascia il marito e si trasferisce in una pensione per famiglie, il suo lavoro è costituito da fogli di quaderno, La Collection de l’Art Brut di Losanna possiede 16 quaderni completi di questo periodo. Opere di piccolo formato dove predomina l’uso della linea, del tratto, che si sviluppa quasi in modo casuale sul foglio, creando intricati percorsi visivi sempre interconnessi, come fosse un lavoro a maglia. Moltiplicazione di linee che generano profili di donna, schizzi di animali o vegetali, tutto un mondo che si scopre piano piano.

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Laure Pigeon, Sans titre, 1959 (encre bleu sur papier, 50 x 65cm)

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

A partire invece dal 1951, cioè dopo la morte del marito, da cui si era separata, ma che rappresenta un legame personale importante, l’artista utilizza grandi fogli di carta, rarissime volte anche tele (50 x 60). Ciò comporta un uso diverso dello spazio, sempre più denso, sempre più colorato di blu, ma da cui continuano a emergere nomi, profili e qualche volta oggetti.

È possibile vederci un mondo organico e probabilmente anche spiritico che rende ben diverse queste opere della maturità. Anche l’azzurro dell’inchiostro che usa da sempre a volte prende sfumature e toni diversi. Ci sono momenti in cui si ha davvero l’impressione di vedere delle foglie, dei germogli che crescono. Altre volte profili di donna, schizzi di animali o vegetali, in questo intrigo di azzurro. E nomi che rimandano al mondo spiritico, di presenze che comunicano dall’aldilà.

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Laure Pigeon, Sans titre, 1960 - inchiostro blu su carta (62 x 48,5)

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne

Del resto l’arte ha anche lo scopo di trascendere i confini, di qualsiasi tipo essi siano, per gli artisti definiti da Jean Dubuffet de l’Art Brut, diventava un vero e proprio intento dichiarato, come ebbe a esprimere lo stesso Dubuffet nel 1945, nel manifesto de l’Art Brut:

Gli artisti prendono tutto (soggetti, scelta dei materiali, modalità di trasposizione, ritmi, stili di scrittura) dal loro essere interiore, non dai canoni dell’arte classica o di moda. Ci impegniamo in un’impresa artistica che è completamente pura, fondamentale; totalmente guidata in tutte le sue fasi esclusivamente dagli impulsi del creatore.

Jean Dubuffet

09:02

L’art brut di Laure Pigeon

Alphaville 21.10.2025, 11:45

  • Collection de l'Art Brut, Lausanne
  • Cristina Artoni

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