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Renzo Rosso: come ho scardinato il fashion system

Dalla campagna veneta a David LaChapelle e Stephen Sprouse, tutto con un paio di jeans. L’imprenditore-creativo (così si autodefinisce) racconta la storia di Diesel dagli anni Ottanta a oggi

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Renzo Rosso

RSI Cliché 04.11.2025, 09:30

Di: Anna Mezzasalma 

Settant’anni compiuti, sette figli, settemila dipendenti, sei brand di proprietà, cinque direttori creativi, una holding che fattura quasi due miliardi di euro l’anno e una visione sempre proiettata al futuro. Sono questi i numeri di Renzo Rosso, genio della moda che ha scardinato il sistema del fashion con un paio di jeans (e un approccio fuori dagli schemi).

Non per niente l’azienda-impero di cui è a capo si chiama Only The Brave, perché «solo i coraggiosi» possono osare avvicinarsi a un sistema così elitario come quello della moda, e sconvolgerlo. Renzo Rosso ha fatto proprio così, portando il denim e il jeans sulle passarelle dell’alta moda e rendendo il capo meno nobile di ogni guardaroba un’icona di stile. Erano gli anni Ottanta e Diesel entrava di prepotenza nel mondo della moda, accompagnata da una comunicazione di rottura, tanto che Suzy Menkes sul New York Times definirà Renzo Rosso il «genio dei jeans».

«Io volevo fare qualcosa di veramente differente dagli altri», racconta Rosso a Cliché. E per farlo spesso si è accompagnato a creativi e grandi artisti che sostenessero e rappresentassero la sua filosofia. Perché nella sua visione creativa, il patron di Diesel ha sempre incluso l’arte, nel suo senso più ampio e profondo. Ed è così che nascono le numerose collaborazioni tra cinema, arti figurative e fotografia, passando per nomi come Lynch e LaChapelle.

«David LaChapelle ha fatto le prime campagne stampa di Diesel – ricorda l’”imprenditore-creativo” (come si è autodefinito) – quella con i due marinai che si baciano è diventata storica, perché all’epoca era qualcosa di veramente scandaloso. I creativi sono le persone che vedono e sentono le esigenze del mondo prima degli altri, hanno una sensibilità veramente particolare» sostiene Rosso, che li considera da sempre gli intermediari migliori non solo per sviluppare le creazioni dei suoi brand ma anche per raccontare l’universo che si crea intorno. E a volte anche per manipolarlo.

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Anche letteralmente, come quando «nel 2003, per la Fashion Week, ho affidato il takeover del Diesel store di Union Square a New York a Stephen Sprouse». Il famoso street artist noto per l’uso di colori fluorescenti, motivi grafici audaci e influenze punk, ha trasformato il punto vendita usando il suo stile «Day-Glo», decorando vetri, interni ed esterni, e collaborando anche alla creazione di una linea di jeans, t-shirt e cappelli per Diesel.

«Io amavo Sprouse, lui era qualcosa di veramente geniale e per la lavorazione del mio negozio ha ricoperto lo spazio con una tela bianca, tutta quanta graffiata. E tu pensa che alla fine di questa esibizione abbiamo buttato via tutto: avere oggi una cosa così sarebbe un tesoro!» dice ridendo Renzo Rosso, già proiettato verso la prossima creazione.

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