Arte

Vallotton Forever

Un viaggio tra pittura, incisione e illustrazione per celebrare il centenario della morte di Félix Vallotton

  • Oggi, 08:00
"En promenade" di Félix Vallotton

"En promenade" di Félix Vallotton

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Di: Alphaville/gapo 

A Losanna, il Museo di Belle Arti ospita fino al 15 febbraio la grande retrospettiva Vallotton Forever, realizzata in collaborazione con la Fondazione Vallotton. Un titolo dal sapore pop, ma che racchiude un progetto espositivo rigoroso, pensato per celebrare i cento anni dalla morte di uno degli artisti più significativi del post-impressionismo francese.

Lou Lepori, racconta ad Alphaville l’atmosfera del primo giorno di apertura: «Le porte di questa esposizione si sono aperte venerdì e già alle 10:00 c’era un pubblico molto numeroso per un primo giorno». Un segnale chiaro dell’attesa che circonda l’evento, alimentata anche dalla varietà delle collezioni svizzere dedicate all’artista: «Molte collezioni a Losanna, a Ginevra, anche a Winterthur sono tra le più ricche al mondo per quanto riguarda questo artista».

Félix Vallotton, "Intérieur avec femme en rouge de dos", 1903

Félix Vallotton, "Intérieur avec femme en rouge de dos", 1903

  • scheidegger-spiess.ch

La mostra nasce dall’incontro tra due anime: quella del museo e quella della Fondazione Vallotton, come spiega la curatrice Katia Poletti: «Così, in un stesso luogo c’è da una parte un’entità che lavora sulla ricerca rispetto all’artista e dall’altra parte il museo, la più grande collezione al mondo delle opere di Vallotton». L’esposizione permette di coniugare materiali pittorici e documentari, offrendo una visione inedita dell’artista: «Abbiamo pubblicato online Vallotton Illustrateur, un catalogo ragionato dove si trovano 1200 disegni per la stampa e illustrazioni per i libri. Questo è proprio un aspetto nuovissimo. Era il pezzo mancante del puzzle».

Il percorso espositivo si apre con gli anni giovanili di Félix Vallotton, che a soli sedici anni si trasferisce a Parigi, immergendosi nel vivace panorama artistico della capitale. Fin da subito si confronta con temi come il ritratto e l’interno borghese, mostrando una curiosità aperta verso le diverse correnti in circolazione. Eppure, come sottolinea Katia Poletti, «già nei ritratti che sembrano accademici c’è qualcosa di anticonformista» — un indizio precoce della sua ricerca stilistica autonoma. A questa fase iniziale si affianca presto l’attività incisoria e una produzione grafica che dialoga con l’impegno giornalistico su fogli anarchici come Le cris de Paris.

Il primo piano del museo offre alcuni dei momenti più intensi dell’esposizione, con opere come La Malade del 1892, «chiaramente di ispirazione nordica, a dir poco sublime», e incisioni che rivelano un gusto teatrale e simbolico. Vallotton si avvicina anche alla corrente dei Nabis, con capolavori come Il valzer del 1893.

Félix Vallotton, "Le bain au soir d’été", 1892–1893

Félix Vallotton, "Le bain au soir d’été", 1892–1893

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La mostra espone anche la fase più matura dell’artista, segnata da un ritorno alla pittura classica e da una forte presenza di nudi femminili. Lepori osserva come queste figure femminili siano «languide, un po’ oggettivate, senza individualità propria», un tratto che può risultare controverso, ma che testimonia la libertà espressiva dell’artista. Lo sguardo si allarga poi sull’intera esposizione: «È una mostra sobria, bella, con colori profondi e snodi cronologici ben delimitati. Una grande mostra per il centenario della morte di Félix Vallotton, che partecipa certamente a quello che si annuncia uno degli avvenimenti espositivi più importanti della nostra regione e forse anche oltre».

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Vallotton Forever

Alphaville 27.10.2025, 11:05

  • Keystone
  • Marco Pagani
Alphaville

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