Arte

Samuele Gabai, tra materia e forma

Allo Spazio Officina di Chiasso, una mostra dedicata all’artista di Ligornetto

  • 10 giugno, 08:32
Samuele Gabai

Samuele Gabai

  • Ti-Press
Di: Red 

Nell’ambito della mostra Samuele Gabai. Un immaginario dipinto che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 luglio 2025. Lo Spazio Officina di Chiasso propone un ricco calendario di eventi collaterali. Tra questi la conferenza pubblica tenuta la sera del 4 giugno dal co-curatore Renato Giovannoli.
Titolo dell’incontro: Mater materia. La forza espressiva dell’opera di Samuele Gabai.

A Chiasso Samuele Gabai ha portato una sessantina di opere pittoriche e raffinate espressioni grafiche e piccole sculture che, seguendo un percorso tematico-cronologico, presentano i grandi argomenti affrontati, in diversi decenni di attività, dall’artista nato a Ligornetto nel 1949.

Filosofo e semiologo della cultura, Renato Giovannoli è co-curatore della mostra, insieme a Nicoletta Osanna Cavadini, direttrice del Max Museo e dello Spazio Officina, mostra in corso allo Spazio Officina e dedicata a Samuele Gabai.
Ospite di Alphaville, Renato Giovannoli ha parlato del contenuto della sua conferenza. A Mario Fabio ha raccontato della materia nei quadri di Gabai come Mater materia, cioè come una madre che genera forma.

Con una classificazione molto brutale diciamo si può dividere la storia dell’arte in due grandi correnti che in realtà si sono succedute nel tempo, cioè un’arte che parte dalla forma. L’artista considera la forma, contempla la forma che vuole realizzare, e la realizza con la materia più adatta o con la materia che è abituato a usare nella sua particolare specialità di artista. E poi c’è un’arte che parte invece dalla materia per scoprire quella che Aristotele chiamava “la potenza della materia”, cioè la la capacità della materia di generare forme. Ecco dicevo che queste due tendenze si sono succedute perché possiamo considerare ancora molto astrattamente la storia dell’arte occidentale come una discesa da un’arte che predilige la forma a un’arte che predilige la materia. E in fondo a questa discesa c’è la pittura informale e la pittura materica. Non a caso due termini che rinviano proprio, più o meno direttamente, alla terminologia aristotelica.

Renato Giovannoli

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Samuele Gabai, Torso

  • Spazio Officina, Chiasso

Ma, sottolinea Giovannoli, Samuele Gabai sta “in una terra di nessuno”, non è un puro pittore informale. La pittura informale, quando è veramente radicale, cioè quando rifiuta totalmente la forma, corre un rischio, sostiene Giovannoli, il rischio è «la perdita di significato, perché il significato è dato dalla forma». Secondo Giovannoli, una pittura che rischia «di allontanarsi dal mondo», rischia di essere «una pittura puramente decorativa».

Nell’opera di Gabai, invece, la materia è utilizzata proprio nel momento in cui sta generando una forma quindi “una terra di nessuno” tra il totale astrattismo e il figurativo. Una terra di nessuno tra l’informale e invece una pittura più formale, ma naturalmente non un astrattismo geometrico.

Renato Giovannoli

11:15

Samuele Gabai allo Spazio Officina di Chiasso

Alphaville 04.06.2025, 11:45

  • CER / Ti-Press / Gabriele Putzu
  • Mario Fabio

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