Nel 2018, a soli 23 anni, Tyler Mitchell è il primo fotografo nero a realizzare una cover di Vogue in 125 anni di storia della rivista. E non parliamo di una copertina qualsiasi, ma di quella del celebre “September issue” che raffigura Beyoncé in uno dei momenti più iconici della sua carriera. Da lì è bastato poco per riconoscere il suo talento visionario e consacrarlo come uno degli artisti più influenti e rappresentativi della sua generazione.
Tyler Mitchell, Motherlan Skating, 2019
Nato ad Atlanta nel 1995, Mitchell scopre la cultura visiva attraverso lo skateboard — un elemento che influenza profondamente le basi della sua pratica artistica. Una valvola creativa da cui impara a comporre, costruire e narrare un’immagine, catturando l’energia e la spontaneità della cultura giovanile.
Ovviamente c’è il fascino superficiale, lo spirito ribelle dello skateboarding, ma ciò che rende gli skater simili agli artisti va molto più in profondità: non è uno sport basato sulla competizione, è uno sport che prospera sulla comunità.
Tyler Mitchell
Dalle ispirazioni al fashion system
Ispirato dai film di Spike Jonze, tra cui “Video Days” (1991), dalle riviste britanniche i-D e Dazed e dal fotolibro di Ryan McGinley “The Kids Are Alright” (2000), i suoi primi lavori, tra video musicali, cortometraggi e progetti fotografici, riflettono già quella fusione tra pratica intima e collettiva, che diventerà il suo marchio di fabbrica.
Il suo sguardo spontaneo, che parla di vita vera, trova presto spazio nel mondo della moda. Importanti brand e magazine vedono infatti in lui una nuova voce capace di ridefinire l’estetica della gioventù contemporanea.
Marc Jacobs, Converse, Nike, Louis Vuitton, Loewe, JW Anderson, Ferragamo: nel giro di pochi anni Mitchell firma campagne e progetti con alcuni dei nomi più influenti del panorama creativo internazionale, entrando di fatto nel radar di Anna Wintour e dei grandi protagonisti del fashion system.
Tyler Mitchell, New Horizons II, 2022
Ma al di là delle collaborazioni prestigiose, il cuore del lavoro di Mitchell resta la sua visione: fotografie che celebrano la giovinezza, la comunità, il gioco e il concetto di resilienza. Immagini capaci di raccontare la straordinaria bellezza racchiusa nella vita di tutti i giorni.
Tra ritratti, nature morte e scatti in spazi naturali o domestici, crea mondi in cui il presente si intreccia a futuri immaginati e paradisi possibili. Una “Black utopia” dove corpo, spazio e cultura si fondono in un linguaggio visivo unico e riconoscibile.
Tyler Mitchell, Riverside Scene, 2021
Wish This Was Real ripercorre le diverse fasi della ricerca di Mitchell: dai primi lavori incentrati su sogni di libertà e auto-espressione, fino alle sue ambientazioni più costruite e visionarie, attraversate da riferimenti alla storia e alle dinamiche sociali degli Stati Uniti.
L’esposizione mette in scena un’ampia sperimentazione visiva e di eredità intellettuale, in cui l’artista riesce a illustrare con forza e delicatezza la complessità dell’esperienza nera contemporanea.
Il festival d’Automne
Alphaville 11.11.2025, 11:45
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