Arte e Spettacoli

Un viaggio nel cuore delle Alpi

La cultura Walser in mostra al MUSEC di Lugano. Tra case, oggetti e opere d’arte, il percorso rivela un modello di vita sostenibile, radicato nella memoria e capace di ispirare il futuro

  • 2 ore fa
Progetti in tutto il cantone, da Bosco Gurin ad Arogno
  • © Ti-Press
Di: Alphaville/Mat 

Nel cuore del MUSEC di Lugano, tra le luci soffuse delle sale espositive e il profumo del legno antico, prende vita un racconto che attraversa secoli e montagne: la mostra Arte Walser – La tradizione di Bosco Gurin è molto più di un’esposizione. È un invito confrontarsi con una cultura alpina resiliente, raffinata e sorprendentemente attuale.

Bosco Gurin, piccolo villaggio incastonato nella Valle Maggia, è l’unica enclave germanofona del Canton Ticino. Fondato nel 1244 dai Walser, migranti provenienti dall’Alto Vallese, rappresenta una testimonianza vivente di un movimento colonizzatore che ha disseminato circa 150 insediamenti lungo l’arco alpino. In questo angolo remoto, la lingua, le tradizioni e l’architettura raccontano una storia di adattamento e coesione, dove la montagna non è solo sfida, ma compagna di vita.

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Cultura Walser al Musec

Il Quotidiano 05.11.2025, 19:00

La mostra, frutto della collaborazione tra il MUSEC, il Comune di Bosco Gurin e il Museo Walserhaus di Bosco Gurin, si concentra sulla casa Walser, definita dalla curatrice Nora Segreto come «un dispositivo culturale, che si fonda sulle sue funzioni: riscaldare, conservare, proteggere, produrre». Non un semplice rifugio, ma il fulcro della vita comunitaria, dove ogni gesto quotidiano diventa rituale identitario.

Gli oggetti esposti – utensili, mobili, giochi, sculture – parlano con la voce discreta della bellezza funzionale. «Nel mondo walser il lavoro manuale porta sempre con sé una naturale attenzione alla forma», sottolinea Segreto (al microfono di Cristina Artoni nella rubrica Alphaville). L’estetica nasce dalla necessità, ma si eleva grazie alla cura e all’ingegno. Ogni manufatto è un piccolo capolavoro di equilibrio tra utilità e grazia.

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Il villaggio di Bosco Gurin e i Walser

Alphaville 10.11.2025, 11:05

  • Ti-Press/Elia Bianchi
  • Cristina Artoni

Tra le figure che emergono con forza, spicca Hans Anton Tomamichel, artista originario di Bosco Gurin e protagonista della grafica svizzera del Novecento. «Tomamichel è stato uno dei protagonisti più originali della grafica svizzera del Novecento», ricorda Segreto. Nei suoi schizzi e affreschi, la tradizione alpina si fonde con una sintesi visiva moderna, dando vita a «una modernità radicata nella memoria del luogo». I volti dei contadini, i santi protettori, le cappelle decorate: tutto parla di un’arte che non dimentica le proprie radici.

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Hans Tomamichel, il papà (ticinese) di Knorrli

RSI Archivi 27.03.1996, 09:12

Un episodio emblematico del profondo legame tra arte e comunità è quello della Madonna della Neve, scultura che non ha potuto lasciare il villaggio per essere esposta. «La Madonna della Neve è rimasta nel suo oratorio perché la comunità ha espresso il desiderio che non lasciasse il villaggio nemmeno temporaneamente». Non solo opera d’arte, ma presenza protettiva, simbolo di continuità e identità. «È considerata una sorta di garante della protezione del villaggio e per questo la comunità ha chiesto che rimanesse al suo posto», aggiunge Segreto. Un gesto che racconta, più di mille parole, la forza del legame tra territorio, tradizione e memoria.

Ma Arte Walser – La tradizione di Bosco Gurin non è solo celebrazione del passato. È anche riflessione sul presente e sul futuro. Come sottolinea Paolo Campione, direttore del MUSEC, la mostra offre spunti preziosi per ripensare i modelli di sostenibilità. «Sono case pensate per durare, oggetti realizzati per essere riparati, una gestione collettiva del territorio e un rapporto non estrattivo con la natura». Il microcosmo Walser diventa così laboratorio di idee, dove la sobrietà e la cura del paesaggio suggeriscono alternative concrete al consumo sfrenato.

In un’epoca in cui la ricerca di autenticità si fa sempre più urgente, la cultura Walser ci ricorda che innovazione e tradizione non sono opposti, ma alleati. La mostra al MUSEC (fino al 1. marzo 2026) è un viaggio che ci invita a rallentare, a osservare, a riflettere. Un’occasione per riscoprire il valore della lentezza, della bellezza nascosta nelle cose semplici, della connessione profonda con la natura.

Alphaville

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