Nelle sale dell’ex asilo di Bruzella apre Began with Rauschenberg, la 25ª mostra della Fondazione Rolla. Un appuntamento che celebra tre ricorrenze tonde: il centenario della nascita di Robert Rauschenberg, i 15 anni della Fondazione e, appunto, la sua venticinquesima esposizione. Il titolo non è solo un omaggio all’artista americano, ma anche un richiamo affettivo alle origini di una collezione e di un percorso condiviso.
«L’interesse per Rauschenberg comincia presto, prima dell’acquisto della prima opera che è stata nel ’97», racconta Rosella Rolla ad Alphaville, coordinatrice della Fondazione e collezionista insieme al marito Philip. «C’era un grande interesse per l’arte americana. Mio marito, tra l’altro, è di origine americana e quando ci siamo incontrati nel ’93, tutti e due avevamo visto più cose di Rauschenberg in altre situazioni, a Londra. E poi a Torino c’era appena stata una grande mostra sull’arte americana».
Il desiderio di possedere un’opera di Rauschenberg prende forma a New York, in seguito a una visita travolgente alla retrospettiva al Guggenheim. Notata la pubblicità di un gallerista, già in contatto con l’artista e specializzato nelle opere su carta, si decise di organizzare un incontro. L’acquisto dell’opera avviene con grande emozione, paragonabile a quella di un primo investimento importante: «Abbiamo fissato un appuntamento. E così siamo riusciti a comprare quest’opera con molta ansia, come quando compri la tua prima casa».

Untitled, 1982
Rauschenberg, figura chiave del Novecento, è noto per le sue combine, opere che fondono pittura, scultura e fotografia, superando le distinzioni tra categorie artistiche. «Lui fotografava sempre, ma anche il riutilizzo di immagini anonime rubate dalle riviste… cose che adesso gli artisti fanno, ma lui è stato veramente uno dei primi».
Ciò che ha affascinato i Rolla è la vitalità dell’artista e la sua curiosità inesauribile. Nel 1984, Rauschenberg ha dato vita a un progetto presentato davanti alle Nazioni Unite, il Rauschenberg Overseas Culture Interchange, che lo ha portato a viaggiare per sette anni in Paesi che considerava sottosviluppati o politicamente repressi. Durante il suo soggiorno in Uzbekistan, ha utilizzato tessuti trovati a Samarcanda e ha collaborato con le donne locali per apprendere una tecnica di cucitura doppia, trasformando questi materiali in arazzi.
La collezione della Fondazione Rolla si è sviluppata nel tempo attraverso fiere, gallerie, incontri e soprattutto grazie al contatto diretto con gli artisti. Inizialmente, il percorso è stato guidato dai suggerimenti di galleristi, fotografi e artisti, ma con il tempo è maturata una maggiore autonomia nelle scelte. I Rolla hanno imparato a orientarsi da soli, seguendo sempre il proprio gusto e cercando opere che sentivano il desiderio profondo di far vivere con loro: «…le cose che amavamo e che volevamo assolutamente che vivessero con noi».

Billboard (Stalin), 1953
Began with Rauschenberg è più di una mostra: è un’occasione preziosa per riflettere anche sul valore semantico della fotografia nel percorso creativo di un artista che ha saputo vedere il mondo con occhi sempre nuovi, contaminando linguaggi e tecniche diverse - dalla pittura alla performance, dai tessuti alla stampa fotografica - in una continua esplorazione visiva.
Nelle sale della fondazione sono esposti otto collage. Si tratta di opere in cui la fotografia – asse portante della collezione - assume il ruolo di strumento di riflessione sui mutamenti socio culturali e di dispositivo di memoria collettiva. La mostra resta aperta fino all’8 febbraio.
Il nostro primo Rauschenberg
Alphaville 07.11.2025, 11:05
Contenuto audio






