Vera Haller (1910 - 1991) è la mostra allestita alla Casa comunale di Bioggio.
Curata da Ferruccio Frigerio, rimane aperta fino al 26 ottobre.
La storia di Vera Haller è la storia di una artista poliedrica - danzatrice, scenografa e infine pittrice - che opera nel mondo internazionale dell’arte di inizio Novecento e che sceglie la pittura giungendo a sviluppare, nel secondo dopoguerra, opere assai pregevoli nell’ambito dell’astrattismo informale e dell’arte concreta. Ma la sua è anche una storia che, felicemente continua dopo la sua morte terrena, la storia di un recupero di opere, disegni, dipinti e stampe, tornati per virtuoso intervento del comune di Mezzovico-Vira, nell’ultimo atelier dell’artista. Il comune ticinese nel 1992 ha scelto infatti di far nascere il Fondo Vera Haller acquisendo dalla città di Zurigo l’intero corpus ereditario, ben 350 opere, con la finalità di valorizzare i lavori di un’artista che, dopo aver girato il mondo, aveva scelto di fermarsi proprio in quel territorio per creare il suo atelier, vivere e operare con la sua arte.
Il catalogo ragionato Vera Haller Pittrice, curato da Federica Branca-Masa e Luca Patocchi e che illustra 120 opere dell’insieme dell’opera pittorica di proprietà del Comune di Mezzovico-Vira, è il primo importante studio voluto dal comune ticinese sulla sua opera.

L’artista svizzera Vera Haller è stata una delle poche pittrici dell’astrattismo informale e concreto in Svizzera, giunta a notorietà internazionale nel dopoguerra, ha esposto in gallerie internazionali di rilievo come la Galerie Moderne di New York nel 1953, il Kunstsalon Wolfsberg di Zurigo nel 1957, la Galleria del Cavallino di Venezia nel 1959, la Galleria del Naviglio di Milano nel 1960 e Il Grifo di Torino nel 1962.
A distanza di trent’anni dalla rassegna antologica tenutasi alla sala Diego Chiesa di Chiasso - dopo le manifestazioni per il Centenario della nascita della pittrice nel 2010 e la personale del 2019, curata da Paolo Blendinger, presso lo spazio comunale di Casa Pasquée a Massagno - l’esposizione antologica di Bioggio permette oggi di non perdere di vista l’importante opera di un’artista svizzera di indubbio valore e fama internazionale.

Sono una trentina le opere esposte alla Casa Comunale di Bioggio fino al 26 ottobre, una selezione rappresentativa della sua produzione artistica. Opere di varie dimensioni tra oli, acrilici su tela e disegni. La mostra è organizzata in tre settori significativi dell’intero iter artistico di Vera Haller. Dal periodo compreso tra gli anni Cinquanta e Settanta: l’esordio figurativo proposto nella sala del Municipio, al periodo informale presentato a pian terreno e nella sala del Consiglio comunale, fino all’astrazione geometrica, visibile nelle scale e nei corridoi del Palazzo comunale al primo piano.
La cosa che salta all’occhio di fronte ai suoi quadri e che li accomuna tutti, nell’evolversi della sua cifra pittorica e dello stile, è l’attenzione al colore e alla sua valenza luminosa. Una ricerca coloristica costante che dai quadri figurativi degli esordi, attraversa la scelta informale e raggiunge l’apice nelle opere riconducibili all’arte concreta della maturità.

Veronika Karolina Rácz, in arte Vera Haller, nasce il 4 luglio 1910 a Budapest da una famiglia di ceto medio, di origine ebraica. Studia danza a Dresda e a Salisburgo, dal 1929 al 1931, frequenta i corsi presso la Scuola Isadora Duncan e si forma come ballerina certificata sotto la guida della sorella della grande danzatrice Elizabeth Duncan. Nel frattempo sposta il suo interesse verso il disegno, sotto la guida della pittrice austriaca Margarete Hamerschlag, studia disegno di movimento a Vienna. Rientrata a Budapest nel 1932, dove lavora come scenografa, incontra il montatore e regista svizzero Hermann Haller che sposa, diventando nel 1935 cittadina svizzera. Vienna, Parigi e Berlino Vera Haller segue il marito che viaggia per motivi di lavoro. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, rientra a Zurigo. Lì e in altre città europee completa la sua formazione artistica. Espone dapprima in collettive a Ginevra e a Zurigo. Del 1953 è la sua prima personale a New York. Lì sposa in seconde nozze James Fitzsimmons, noto critico d’arte statunitense e editore. Nel 1961 la coppia si trasferisce a Lugano, dove Fitzsimmons dirigeva Art International, una delle più celebri riviste d’arte contemporanea del tempo, da lui fondata nel 1958. Nel 1966 l’artista stabillisce il suo atelier a Mezzovico-Vira. Ne segue un periodo di intensa attività espositiva anche all’estero (Parigi, Londra, Venezia, Milano, San Paolo) e a un’evoluzione nel suo stile pittorico che passa all’informale e approda poi all’arte geometrica.
Vera Haller muore a Lugano il 25 febbraio 1991. L’artista riposa nel cimitero di Mezzovico-Vira dove veniva chiamata “la pittrice”.

Nelle volontà testamentarie, la Haller aveva espresso di voler donare la sua collezione e la casa-atelier alla città di Zurigo, sua città d’adozione, dove aveva installato il suo primo atelier dal 1939 ca. agli inizi degli anni ‘60. Il Municipio di Mezzovico-Vira, presieduto da Walter Canepa, s’interessò all’eventuale acquisto di tutta la collezione e il Muncipio di Zurigo rinuncia al lascito e Egas Luis Ferrera, unico erede della pittrice, vende l’intera opera artistica. Il 13 luglio 1992 il Consiglio comunale di Mezzovico–Vira concede il credito per l’acquisto della collezione e accetta la donazione della casa-atelier.
Da allora, come auspicato dall’erede, il municipio di Mezzovico-Vira si è moralmente impegnato a valorizzare e divulgare l’opera artistica della pittrice. E come primo importante passo, nel 1995 promuove un interessante studio confluito nel catalogo Vera Haller Pittrice curato da Federica Branca-Masa e Luca Patocchi, che illustra 120 opere selezionate dall’insieme dell’opera pittorica di proprietà del comune ticinese.

La lungimiranza del Sindaco di Mezzovico-Vira, che nel 1992 volle acquisire il Fondo Vera Haller, e l’impegno del Comune di Bioggio che sceglie ora di allestire piccole ma preziose mostre, come questa ora dedicata all’artista, sono encomiabili. «Ma i musei dove sono?» È la legittima domanda che Francesca Pusek, a chiusura del suo servizio sulla mostra a Bioggio per Il Quotidiano, pone al suo curatore Ferruccio Frigeri.
Quello che fa Bioggio è una goccia in mezzo al mare. Però una goccia in mezzo al mare che da 26 anni funziona ed è una goccia che ha anche un percorso legato ad una serie di piccoli cataloghi che vengono fatti, mostra per mostra, e che secondo me sono interessanti.
Ferruccio Frigerio
Mostra di Vera Haller a Bioggio
RSI Cultura 30.08.2025, 19:00