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“Jurassic World - La rinascita”: rimanere umani in mezzo ai mostri

Nel settimo capitolo della saga di Jurassic Park il predatore più pericoloso non è il tirannosauro, ma quello che apparentemente sembra un filantropo. Per fortuna c’è Scarlett Johansson...

  • Oggi, 16:03
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Jurassic World: La rinascita

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Di: Valentina Mira 

Mostri. Chi o cosa siano oltre le apparenze è il vero tema di Jurassic World - La rinascita, il settimo capitolo del franchise.

Inizia dichiarando che sono passati più di 30 anni dal ritorno dei dinosauri (e in effetti era il 1994 quando Steven Spielberg portò in sala Jurassic Park) e che “l’interesse del pubblico è scemato”. Tra captatio benevolentiae e meta-cinema.

Quando si raccontano i dinosauri l’approccio può essere scientifico, certo, ma anche simbolico. Il simbolismo scelto può raccontare, come nel capolavoro di Spielberg, il tema epocale dell’estinzione, e nel caso del film del 1994 interpretare una fobia e il grande rimosso di un’era; libro consigliato sull’argomento, La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert, vincitrice di Pulitzer. Il discorso è ciò che lega gli esseri umani ai dinosauri, visto che la quinta estinzione riguardò loro, e la sesta va scongiurata a tutti i costi: gli uomini sono i nuovi dinosauri.

Non è questo il lavoro fatto dal regista del nuovo capitolo, Gareth Edwards. Sfatiamo subito un dubbio: neanche questo film è all’altezza dell’originale. Quella profondità quasi profetica manca del tutto. Però è un film sui mostri, di cui Edwards è esperto narratore (Monsters, Godzilla). Ma cos’è un mostro, fuor d’apparenza?

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Al cinema!

Tra le righe 03.07.2025, 14:00

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  • Lara van Gammeren ed Elisa Manca

Nel film i dinosauri vivono in una fascia vicino all’equatore in cui è vietato recarsi. Agli esseri umani non interessano più. Finché uno scienziato non pensa di avere bisogno del loro sangue per trovare la cura a una malattia cardiaca. Con la collaborazione di pochi altri, tra cui una mercenaria (Scarlett Johansson) e un benefattore (Rupert Friend), la cricca va a prendere quel sangue.

Fin dalla prima scena veniamo posti di fronte a una verità: davanti a una questione di vita o morte si scopre chi sei. davvero. E c’è differenza tra chi non aiuta (la paura o l’egoismo che diventano vigliaccheria) e chi getta attivamente qualcuno tra le braccia del nemico (un’opera di puro sadismo).

C’è poi una riflessione sull’essere umano e il suo rapporto mortifero con la natura, il sentirsene padrone (in questo caso il libro consigliato è Carne da macello di Carol J. Adams, che tracciava un parallelismo tra predazione dei corpi delle donne e predazione dei corpi degli animali). Il fatto che l’uomo, nel film, entri nel mare dove nuotano gli spinosauri e urlando “queste acque sono nostre” spari, parla proprio di questa caratteristica del potere: si sente padrone di tutto, anche degli spazi legittimamente occupati da altri. Attacca e si racconta che si sta difendendo. Ma non è mai una buona idea andare a caccia di mostri a casa loro.

In Jurassic World - La rinascita non manca il momento-Alla ricerca della valle incantata, con i brontosauri che migrano, nostalgia anni Novanta per ricordare che non tutti i dinosauri sono predatori.
Alcuni sì, però, e non mancano i grandi classici. I personaggi apprenderanno presto cosa significhi sopravvivere all’attacco alle spalle di un tirannosauro: orrore, trauma, ma anche una sonora risata. Il tirannosauro è come quei nemici grossi e scemi - brutti, per carità, e brutali - ma ha un grande pregio: non sembra buono nemmeno per un momento.
È un altro, il personaggio più temibile di Jurassic World.

Pur essendo un mostro, in effetti, non ne ha le fattezze. Al contrario. È un benefattore, lui, un filantropo. Un uomo di potere e denaro, che però usa a fin di bene (emerge la contraddizione?). Come nella vita reale, piano piano appaiono le sue red flag. Il narratore è onnisciente, la telecamera pure, così lo vediamo mettere in pericolo di morte una giovane donna. Più tardi, quando lei lo affronterà, lui seguirà il copione che segue quel tipo di essere umano: negherà tutto, anzi, rilancerà, dandole dell’isterica. Lei risponderà netta: «Non sono isterica. Io ti voglio ammazzare.» Sulla sopravvivenza riecheggia la lezione del mastodontico (e bellissimo) Blonde di Joyce Carol Oates: “Punta con grande attenzione prima di tirare il grilletto & ricorda sempre che un giorno ti troverai davanti un bersaglio che, se lo manchi, risponderà al tuo fuoco & lo farà senza alcuna pietà.”

Non tutti i predatori ruggiscono, dunque, né hanno l’aspetto temibile; alcuni pensavi fossero tuoi alleati. Ne eri convinto, perché essi stessi te ne avevano persuaso. Di solito succede che usino chiunque abbiano attorno, e poi, quando necessario e utile per loro, tradiscano proprio chi hanno più sfruttato. I predatori umani sono una truffa (emotiva, e talvolta non solo). È questo il vero tema di Jurassic World - La rinascita: il concetto di predatore.

La scena con Stand by me, l’unica con una vera e propria canzone, è inquietante e bellissima: è la premonizione su qualcuno che, al contrario di quel che dice il testo, non ci sarà. Che si rivelerà non solo inaffidabile, ma indicibilmente pericoloso.

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Scarlett Johansson in Jurassic World - La rinascita di Gareth Edwards

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C’è anche il discorso inverso, l’altra faccia della medaglia: se questo è il pericolo, nelle fila degli umani c’è anche l’opposto, quello che nonostante retoriche e tentativi di appropriazione da parte delle destre più estreme è un concetto antico, l’eroismo. La radice viene da eros, amore. Eroismo è agire secondo amore. Esattamente come “coraggio” vuol dire agire secondo cuore. C’è, nel film, chi è disposto a mettersi in gioco rischiando di perdere tutto per proteggere chi è più debole.

Ma non è necessario essere eroi per essere buoni, per essere umani nel senso meno deteriore; si può avere tenerezza di un cucciolo di dinosauro, come succede a un bambino, con quell’empatia istintiva e pulita che è poi la buona fede che negli altri vede buona fede, a differenza della mala fede che sempre si specchia altrove, anche dove c’è bontà. Si può decidere di non privatizzare la conoscenza, e fare uso collettivo e aperto dell’invenzione del vaccino, inventato non per arricchirsi ma per guarire. Si può cambiare idea, come fa il personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Dando buona prova di sé, e ricordandoci che solo chi non ha vissuto grandi avventure non cambia mai.

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