Cinema

A Cannes, il giorno (quasi) senza film

Inizia il festival che più di tutti sa unire la meraviglia del cinema alle cicatrici della società

  • 15 maggio, 10:27
  • 15 maggio, 10:30
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I membri della giuria del 77mo Festival di Cannes: Juan Antonio Bayona, Hirokazu Kore-eda, Ebru Ceylan, Nadine Labaki, Pierfrancesco Favino, Greta Gerwig (Presidente), Eva Green, Lily Gladstone e Omar Sy

  • Keystone
Di: Chiara Fanetti

L’apertura di Cannes è un evento mediatico che investe le redazioni culturali di mezzo mondo. La copertura è gigantesca - in Francia è inquantificabile - e il primo giorno ufficiale della manifestazione è dedicato sì, certamente, a fare l’appello e la conta dei nomi delle star, più o meno giovani, che saliranno la famosa scalinata, ma è riservato soprattutto anche alla lista degli “scandali” e delle polemiche che sono attese sul tappeto rosso. E se una volta questi dibattiti giungevano da lontano, ora si giocano parecchio anche in casa, tra i corridoi del festival e il contesto professionale del cinema: scioperi dei lavoratori del settore, #metoo francese, l’astio crescente per le celebrità che si sta percependo online, in particolare dopo il Met Gala di New York, tenutosi lo scorso 6 maggio mentre Israele iniziava le operazioni di terra a Rafah.

Il cinema è realtà, così i suoi festival

Cannes è sempre stato un palcoscenico per la società francese, per le sue contraddizioni e storture, per le sue lotte, interiori o giunte dall’estero. Qui ci sono state celebri manifestazioni durante il maggio del ’68, qui si sono contestate dittature, si sono difese le pensioni, si è parlato di #metoo ad Hollywood, di guerra in Ucraina, di crisi ambientale, di violenza sulle donne. Funziona così, questi eventi hanno una portata e un significato simbolico che va oltre il cinema, oltre i bei film o quelli da fischiare. È show-business, intrattenimento. È spettacolo nella sua forma più pura e si, è anche politica. Troppo? Troppo poco? Le opinioni si dividono, giustamente, ma sarebbe sciocco non aspettarsi anche a Cannes delle proteste, delle dichiarazioni, degli appelli che riguardano una delle tante tragedie che stanno avendo luogo nel mondo.

Festival del Film di Cannes, edizione numero 77

Telegiornale 14.05.2024, 20:00

Il cinema, come la musica, parlano di attualità, di quello che accade nella società, di quello che provano le persone, in modo più o meno esplicito. Gli avvenimenti che accolgono queste arti in qualche modo devono fare altrettanto, nel bene e nel male.

A livello molto pratico a Cannes gli organizzatori hanno già previsto del personale in più per la gestione di eventuali emergenze; si attendono probabili manifestazioni contro la guerra a Gaza e ci potrebbero essere situazioni di tensione anche in merito allo sciopero votato la scorsa settimana dal collettivo francese Sous les écrans la dèche e che riguarderebbe i dipendenti del festival, incastrati tra precarietà, contratti e condizioni di lavoro non soddisfacenti, soprattutto per i freelance. Ad ora un vero e proprio sciopero non è stato annunciato ma la possibilità è assolutamente nell’aria.

#metoo atto secondo: Francia

L’attrice francese Judith Godrèche intanto giovedì poterà a Cannes il suo cortometraggio, Moi Aussi, una raccolta di voci di donne che, durante una protesta a Parigi, hanno denunciato violenze e molestie subite. L’attrice è diventata portavoce di questa causa in Francia dopo aver denunciato due noti registi - Benoît Jacquot e Jacques Doillon - per gli abusi sessuali a cui l’hanno costretta quando era minorenne, negli anni ’80, il primo all’interno della loro relazione, il secondo durante la realizzazione di un film. Un cortometraggio quello di Godrèche che si aggiunge ad altre recenti testimonianze, dichiarazioni, libri che obbligano il Paese a fare i conti con un passato (si spera) in cui le relazioni tra uomini adulti e ragazze minorenni erano accettate, sotto la luce del sole, persino giustificate, in particolare dalla società intellettuale degli anni ’70-’80.

La proiezione a Cannes è molto significativa anche perché in questi giorni, sempre in Francia, il direttore del centro nazionale del cinema Dominique Boutonnat è stato denunciato per violenza sessuale e a Parigi c’è già stata una manifestazione che ne chiede le dimissioni. Un settore, quello del cinema, in subbuglio, preso a fare i conti con i problemi che purtroppo troviamo in altri micro e macrocosmi, riflesso e amplificatore di una contemporaneità che per fortuna, ogni tanto, riesce almeno ancora ad indignarsi.

RG 12.30 del 14.05.2024 - Il servizio di Alessandro Bertoglio

RSI Cultura 14.05.2024, 16:41

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