Al Tribunale dei minori di Ginevra, in seguito alla scomparsa di un’adolescente, tre donne, con metodi e atitudini diverse - una giudice, una educatrice e una ispettrice di polizia - si trovano a dover collaborare. La loro attenzione è alla legge, alla sciurezza, ma non dimenticano l’umanità e le difficili situazioni individuali, socali e familiari dei ragazzi e delle ragazze che delinquono. Le scelte con le quali si trovano a confrontarsi sono difficili e spesso rischiose: rinchiudere chi delinque o fidarsi e dare ai giovani e alle giovani un’opportnità che forse non hanno mai avuto prima?
La giustizia si scontra con destini fragili e l’indagine si complica, rivelando verità inquietanti.
Questa la trama della riuscita serie Tv (6 episodi x 52’) di RTS “Delits mineurs” (“Delitti minori”), prodotta da RTS, con l’intento dichiarato di dare voce ai giovani, “così poco oggetto di attenzione da parte del paesaggio culturale della Svizzera francese”. Sedotti dal potenziale drammatico del mondo descritto nella serie, i produttori si sono detti coscienti e ben disposti ad affrontare il dibattito che un tale argomento avrebbe potuto suscitare.
“Esplorare un tema sociale così complesso attraverso la fiction è una sfida. Rinchiudere le persone, punirle rischiando l’avventura incerta della giustizia riparativa è un dibatito in cui si scontrano le sensibilità più diverse” hanno detto a RTS.
Marie Guillain, Noémie Schmid e Assa Sylla in "Délits mineurs"
Jacqueline Surchat e Nicole Borgeat si sono ispirate alla realtà e per scrivere la scenegiattura hanno seguito giudici e assistenti sociali romandi nel loro difficile quotidiano lavoro con i minori. La serie è ben scitta e la psicologia dei personaggi ben delineata, ma un grande merito va alle tre attrici protagoniste Assa Sylla, Marie Guillain e Noémie Schmid e alle efficaci interpretazioni dei molti giovani attori, indubbiamente ben diretti dalla regista Nicole Borgeat.
“Spero che la serie sappia dimostrare la necessità di una giustizia che sia focalizzata sul giovane, troppo spesso minacciata da tagli ai budget e da semplificazioni che creano ingiustzie.
Malgrado i tassi di recidiva siano significativamente più alti nei paesi dove il sistema giudiziario è repressivo - l’80% rispetto al 35-45% di quelli dove si pratica una giustizia che mette al centro la giovane o il giovane - spesso l’opinione pubblica non crede a queste cifre. dati che le persone vittime di reato non possono o non vogliono ascoltare e dunque chiedono sanzioni. È senza dubbio per questo motivo e per rassicurare l’opinione pubblica che i modelli repressivi, anche se meno efficaci, vengono mantenuti, per esempio in Francia e negli Stati Uniti. Ed è così facile soffermarsi sui fallimenti e le carenze di questa giustizia, quando il fallimento è parte integrante del reinserimento. Il/la giovane ha delle capacità inimmaginabili che devono essere portate alla luce, ma questo processo non è lineare. Ed è proprio questo che mi ha appassionato in Délits mineurs, e quello che, mi auguro, appassionerà anche il pubblico, l’immensa capacità di resilienza e trasformazione di tutti, degli adolescenti e degli adulti”.
Nicole Borgeat, regista e co-creatrice della serie (con Jacqueline Surchat)
Delitti minori