Cinema

Gioventù bruciata, un’istantanea per l’immortalità

James Dean, ma non solo: anche Natalie Wood e Sal Mineo sarebbero andati incontro a un destino tragico. Intanto, a 70 anni esatti dall’uscita nelle sale, il film di Nicholas Ray rimane un simbolo di ribellione e angoscia giovanile

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James Dean, Sal Mineo, Corey Allen, Gioventù Bruciata 1955

  • IMAGO / Everett Collection
Di: Nicola Lucchi 

La lente di un obiettivo può donare l’immortalità. Nella luce che imprime un’immagine il tempo si ferma, consegnando ai posteri un istante infinito. Quella luce si trasforma in una fonte dell’eterna giovinezza quando, a causa di un destino avverso, il protagonista di quell’immagine scompare prematuramente. Gioventù bruciata (1955) è l’istantanea che ha donato l’immortalità a James Dean. Lo ha fatto con un’intensità maggiore di quanto siano riusciti a fare La valle dell’eden (1955) e Il gigante (1956), nonostante le rispettive candidature agli Oscar. Non ci è riuscita solo perché è il film più iconico di un attore morto ancora giovanissimo, a pochi mesi dalle riprese, ma perché rappresenta il crudo ritratto di un’intera generazione, e il crudele rito di passaggio da un’età all’altra.

Il titolo originale, Rebel Without A Cause, restituisce un senso più profondo dell’età fragile descritta nell’opera di Nicholas Ray. L’adolescenza non arde e si consuma come un fiammifero, ma vive, immersa in una complessità disorientante, in una società indecifrabile che si nutre delle proprie creature e dalla quale l’unica via d’uscita, se non si vuole essere fagocitati, è una ribellione che non ha ragioni politiche o ideologiche, ma esistenziali.

I “ribelli senza motivo” sono i giovani travolti da un disagio interiore procurato dall’assenza di valori, in una società materialista nella quale gli adulti non sono un punto d’approdo, ma l’esempio da evitare. Non è un caso che la produzione acquisì i diritti di questo titolo dall’omonima opera dello psicologo Robert M. Lindner, che nel suo Rebel Without A Cause: The Hypnoanalysis Of A Criminal Psychopath provò a descrivere la condotta antisociale di un paziente dal comportamento violento e autodistruttivo. Proprio questo desiderio autodistruttivo è uno dei motori oscuri che animano i giovani di Gioventù bruciata.

Tra gli interpreti ideali per il ruolo di Jim Stark, anni prima, si era pensato a Marlon Brando. Un incontro mancato che spinse Nicholas Ray, da sempre sensibile nei confronti di personaggi marginali, verso la figura di James Dean, perfetta incarnazione del ragazzo irrequieto. Accanto a lui, Natalie Wood e Sal Mineo, anch’essi con le vite segnate dalla tragedia, si sarebbero trasformati nei simboli di un’intera generazione allo sbando, che nella famosa “chicken run” ritrova la sua metafora più puntuale.

Uno dei momenti più iconici del film, la corsa in auto verso il dirupo, è infatti un gioco di coraggio che è in realtà rituale di morte: un modo per sfidare l’assurdità di un mondo che non offre alternative. Un mondo destinato ineluttabilmente alla fine, tanto quanto la giovinezza dei protagonisti che, come il Sole nel racconto ambientato all’osservatorio Griffith, reale icona di Los Angeles, è programmata per esaurirsi.

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  • IMAGO / Everett Collection

L’estetica contribuisce in maniera decisiva al mito, nonché alla restituzione dei temi. I colori brillanti sottolineano la potenza espressiva degli abiti, che nella giacca rossa di Dean trovano un simbolo di ribellione, desiderio e vitalità. L’attento uso delle inquadrature e del Cinemascope, che spesso ritraggono i personaggi in spazi molto vasti, amplifica la solitudine in cui i protagonisti sono smarriti. Le musiche di Leonard Rosenman, a loro volta, rendono l’angoscia e il disagio interiore del gruppo, l’isolamento emotivo, il senso di alienazione.

Come ogni classico, Gioventù bruciata ha saputo accumulare nel tempo significati e riletture. Modello per numerose pellicole che avrebbero aperto la strada al Nuovo Cinema Americano, ha inciso indelebilmente il proprio nome nella cultura pop, influenzando mode e movimenti giovanili che, nonostante il passare degli anni, hanno riconosciuto nella disperazione silenziosa di Jim e dei suoi compagni un antenato simbolico. È per questo che a settant’anni dall’uscita continua a parlarci, perché non ci racconta un’epoca storica, ma una condizione universale dell’anima.

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James Dean e Natalie Wood sul set con Nicholas Ray, 1955

  • IMAGO / Everett Collection

C’è anche un motivo più intimo per cui Gioventù bruciata continua a toccarci nel profondo. È la consapevolezza che i suoi interpreti principali non hanno avuto la possibilità di invecchiare, quasi la pellicola di Ray avesse gettato su di loro una maledizione. James Dean morì prima di vedere l’opera che lo avrebbe reso eterno, schiantandosi con la sua Porsche 550 Spyder nel tremendo incidente che riassunse il suo mito.

Sal Mineo fu assassinato a 37 anni, nel parcheggio dietro casa, mentre Natalie Wood, alimentando uno dei misteri più discussi di Hollywood, perse la vita in circostanze misteriose poco più che quarantenne, durante una gita in barca. L’istantanea di giovani che rappresentarono una generazione non tanto dissimile da quelle degli adolescenti che li avrebbero seguiti, smarriti in un mondo difficile da decifrare, incapaci di comprendere chi, prima di loro, ha provato a decifrarlo.

Forse, attraverso la vita di un gruppo di adolescenti, Gioventù bruciata non fa che raccontare anche le colpe degli adulti: genitori assenti o incapaci di essere modelli, talvolta oppressivamente protettivi, quasi sempre inadatti all’ascolto, certo incompetenti nel fornire risposte adeguate. Uomini e donne che, un tempo a loro volta giovani, hanno dovuto farsi strada in un mondo tutt’ora enigmatico. Rivedere oggi Gioventù bruciata significa ritrovare un’energia che non si spegne, una malinconia che continua a ferire e una bellezza che resiste al tempo.

Il suo anniversario non è solo un’occasione per celebrare il mito di James Dean, ma per ricordarci che dentro ciascuno di noi, indipendentemente dall’età, c’è ancora quel ragazzo in giacca rossa che cerca un posto dove sentirsi a casa. Ed è per questo che Gioventù bruciata continua, ineluttabile, a bruciare.

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Ricordando James Dean

RSI New Articles 30.09.2015, 09:11

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