Cinema

Il nuovo film di Spongebob è un picco di zuccheri continuo

Si intitola Un’avventura da pirati, è diretto da un veterano della serie. E anche se è lontano dai livelli dell’epoca d’oro di Stephen Hillenburg, il viaggio vale il prezzo del biglietto

  • Un'ora fa
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  • Paramount Pictures
Di: Michele R. Serra 

Nel 2018 moriva (SLA) Stephen Hillenburg, il creatore di Spongebob. Sette anni dopo, il personaggio che ha creato un quarto di secolo fa è ancora un fenomeno, e c’è da chiedersi il motivo di questa persistenza, nel secolo in cui tutto è presente e i 15 minuti di celebrità – pur non negandosi a nessuno – sono diventati 15 secondi.

Si potrebbe partire dal fatto che Spongebob era, semplicemente, una buona idea. Hillenburg, prima di approdare all’animazione negli anni Novanta, lavorava come insegnante e divulgatore presso l’Orange County Marine Institute, dove preparava materiali educativi per spiegare la vita sottomarina ai visitatori. Fu lì che iniziò a disegnare personaggi antropomorfi per rendere più accessibili ai piccoli visitatori concetti complessi.
Quando Hillenburg capì che disegnare gli piaceva di più, decise di iscriversi al California Institute of Arts per studiare animazione, ma portò con sé l’attenzione ossessiva per i dettagli biologici e per la struttura degli ecosistemi marini. Il primo nucleo di ciò che sarebbe diventato Spongebob apparve nel progetto The Intertidal Zone, che mostrava creature marine con caratteristiche umane. Lì, già si intravedeva un mondo sottomarino costruito con rigore da biologo (la stessa Bikini Bottom è un ecosistema coerente, stratificato, con una geografia precisa), ma abitato da personaggi che si muovono secondo dinamiche da commedia demenziale/slapstick.

Ma la spiegazione più semplice è che Spongebob è un’icona universale: una spugna è un organismo semplice, primitivo, ma anche estremamente duttile. E una spugna quadrata vestita da impiegato, beh, può essere qualsiasi cosa. Almeno credo.
Sia come sia, in questa nuova avventura, Spongebob è un pirata. O meglio, aspirante tale.

A dirigere questo Un’avventura da pirati è Derek Drymon, che ha lavorato al fianco di Hillenburg (con il ruolo di creative director) nelle prime tre serie animate di Spongebob – vale a dire, allo zenith raggiunto dal personaggio: in quei primi cinque anni Spongebob era oro comico, geniale, folle e a volte inquietante.
Meglio dire subito, dunque, che il quarto lungometraggio animato dedicato al personaggio non raggiunge quei picchi. E tuttavia, rimane un viaggio meraviglioso.

La storia non è altro che una variazione su temi pirateschi e fantastici che più o meno conosciamo, riletti attraverso un lungo catalogo di citazioni pop (non necessariamente infantili, a meno di non voler considerare tali Matrix o Apocalypse now), ma tutto è condotto con raffinatezza. E soprattutto, con un ritmo iperaccelerato fatto di picchi glicemici continui, apparentemente rischioso e invece sostenuto con mano ferma. È, probabilmente, l’unico modo per tenere desta l’attenzione dei bambini del 2025. Decidete voi se si tratta di un merito oppure di un motivo d’inquietudine.

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  • Ti-Press
  • Moira Bubola e Alessandro Bertoglio

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