Era un tranquillo mercoledì, il 22 settembre 2004. Condizioni ideali per volare. Niente lascava presupporre che, invece, l’aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines, decollato da Sydney con destinazione Los Angeles, sarebbe precipitato… Su un’isola, apparentemente disabitata: 48 i sopravvissuti, che tra i rottami dell’aereo, la spiaggia e la foresta circostante, cercano riparo in attesa dei soccorsi, che non arriveranno mai, dal momento che prima di schiantarsi, l’aereo è uscito dalla sua rotta per parecchie centinaia di km.
Questo l’antefatto. E questo è quello che milioni di spettatori americani (e del resto del mondo nelle settimane a venire) trovano sugli schermi della rete ABC proprio la sera del 22 settembre 2004. LOST, questo il titolo della serie firmata da J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, ottiene un incredibile successo, al punto che sarà considerata una delle serie tv che hanno fatto la storia recente del genere e della stessa tv. Tra alti e bassi (ma di questo diciamo più avanti) durerà fino all’attesissimo -e deludente- epilogo del 23 maggio 2010, dopo sei stagioni e un totale di 114 episodi.
Gli autori non hanno mai nascosto il fatto che l’ispirazione iniziale fosse venuta loro leggendo “L’invenzione di Morel” romanzo di Adolfo Bioy Casares pubblicato nel 1940. Qui un uomo, in fuga dal suo passato, si rifugia su un’isola deserta quando all’improvviso un gruppo di persone giunge a sconvolgere la sua quotidianità. E su quest’isola una strana malattia mette a rischio la vita di tutti. Più o meno quello che capita ai 48 superstiti del volo 815, le cui storie personali celano molti segreti che lo spettatore scoprirà nel corso delle diverse puntate, raccontate tutte con dei flashback, insieme ai tanti misteri dell’isola stessa, tutt’altro che disabitata. Così come il loro incidente si rivelerà tutt’altro che casuale.
L’episodio pilota, quello trasmesso proprio il 22 settembre 2004 (diviso in due parti di 40 minuti ciascuna) ha avuto un costo record per una serie televisiva di 20 anni fa: 14 milioni di dollari, ma tutta la serie si è rivelata un progetto economicamente impegnativo, a cominciare dalla location scelta per quasi tutti gli esterni, ovvero l’isola di Oahu, Hawaii; costi legati anche alla scelta di un cast decisamente numeroso e con protagonisti destinati, negli anni seguenti, a diventare delle star del panorama televisivo e cinematografico. Dal protagonista Matthew Fox nei panni del dottor Jack Shephard, a Josh Holloway; da Evangeline Lilly (Kate) a Michelle Rodriguez; da Terry O’Quinn (nei panni dell’iconico e misterioso John Locke) a Dominic Monaghan (Charlie il musicista).
Per chi non avesse visto la serie, ricostruiamo brevemente la vicenda.
I sopravvissuti del volo 815, resisi conto della situazione, tra le prime cure ai feriti ed il recupero dalla carlinga dell’aereo di quanto possa servire per la loro sussistenza, cominciano ad organizzarsi. Cercano la seconda parte del velivolo, nella quale trovano anche la radio, che messa in funzione, in risposta al loro SOS, invia uno strano messaggio in francese.
Il clima di convivenza comincia a surriscaldarsi, mentre si formano diverse fazioni tra i naufraghi, con litigi anche violenti, sempre nell’attesa di un aiuto che non arriva: i sopravvissuti iniziano a sfruttare le risorse dell’isola per procacciarsi il cibo e soprattutto l’acqua potabile che inizia a scarseggiare. Jack scopre delle grotte con una sorgente; grotte che però ospitano anche due cadaveri, apparentemente morti da diversi anni. Il gruppo ben presto si rende conto che in realtà c’è qualcuno di estraneo sull’isola: si tratta di Danielle Rousseau, donna francese che ha lanciato il messaggio d’aiuto, in realtà partito ben sedici anni prima. La donna faceva parte di un gruppo di ricercatori la cui nave si è incagliata sull’isola. Mentre continuano ad accadere fatti strani, il gruppo si accorge che tra di loro c’è un uomo che non era a bordo dell’aereo e nemmeno sulla nave di Danielle: si tratta di Ethan che rapisce due dei sopravvissuti. Durante le ricerche nella giungla, il gruppo si imbatte in quello che sembra essere un pannello metallico nel terreno: decidono di aprire la botola con dell’esplosivo e saltato il portello, Jack e Locke trovano una lunga scala che scende in profondità del terreno, in quello che pare essere un avanzatissimo laboratorio di ricerca scientifica...
Gli autori Abrams, Lindelof e Lieber, che diventeranno gli artefici di numerose altre serie di successo, con LOST sperimentano uno stile narrativo che da subito conquista gli spettatori. Ma che li spiazza pure, perché la creatività portata a livelli estremi, inizia fin dalla seconda stagione a rendere sempre più contorto lo sviluppo della trama e dei personaggi, richiedendo allo spettatore un’attenzione notevole.
Con l’introduzione del misterioso “Progetto Dharma” iniziano le complicazioni: cosa significa la serie di numeri ricorrenti (4-8-15-16-23-42) nella storia? Chi e perché ha costruito i laboratori dell’isola? Gli “Altri” cosa rappresentano per la narrazione delle vicende del volo 815, visto che ne condividono la presenza sull’isola. E, soprattutto, quesito che a 14 anni di distanza, turba ancora i molti fan della serie: Cosa rappresenta il finale? Qual è la vera sorte toccata ai sopravvissuti? LOST va preso così com’è: un esperimento di televisione che ha fatto scuola e -se vogliamo- ha dato anche avvio alle distopie ormai di casa nelle principali serie tv, così come ai mondi paralleli e ai multiversi cinematografici. Anche per questo, chi ha consumato le 114 puntate di LOST, ne conserva ancora memoria. Rivederlo con la giusta distanza temporale e le esperiente maturate nelle visioni di questi ultimi 4 lustri, è ancora un’esperienza.
C'è vita dopo Lost?
Geronimo 28.05.2010, 02:00