Cinema

Orso alla carriera a Scorsese

Empatico e potente: la Berlinale omaggia il grande regista americano

  • 21 febbraio, 09:23
  • 21 febbraio, 09:39
Orso d'oro a Scorsese
  • AP
Di: Red./Cava

Martin Scorsese ha ricevuto l’Orso d’oro alla carriera, nell’ambito della 74esima edizione del Festival del cinema di Berlino. Ad accompagnarlo sul red carpet, la figlia Francesca.

“Per chiunque consideri il cinema come l’arte di dare forma a una storia in modo tale che sia allo stesso tempo completamente personale e universale, Martin Scorsese è un modello impareggiabile. I suoi film accompagnano la nostra storia, i suoi personaggi vivono e crescono dentro di noi, il suo sguardo ci aiuta a capire e a mettere in discussione chi siamo e da dove veniamo”. Così la coppia di direttori della Berlinale, Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian.

La Berlinale 74 assegna dunque l’Orso onorario a un regista che ha costantemente spinto il cinema verso percorsi inesplorati. Con un corpus di opere che abbraccia sei decenni e oltre quaranta lungometraggi, spaziando da epopee poliziesche a film d’animazione e drammi religiosi, Martin Scorsese ha rivoluzionato il cinema e si è reinventato costantemente.

Il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, è una testimonianza vivida e avvincente del potere del cinema di trasformarsi in quella che il critico Roger Ebert ha definito una “macchina dell’empatia”, un canale telepatico tra regista e pubblico. Insieme politico ed evocativo, potente ed intimo, Killers of the Flower Moon è un capolavoro, selezionato quale miglior film dalla National Board of Review e nominato nella top ten della American Film Institute, nonché prescelto come film dell’anno da The New York Times, The New Yorker and The New York Film Critics Circle. La pellicola è attesa al banco degli Oscar, con probabilità di abbuffata.

Dagli anni ‘70, Scorsese è uno dei registi più influenti del mondo del cinema. Le opere registiche dell’italoamericano di origini siciliane comprendono da sole più di 70 film. Molti dei suoi lavori hanno scritto la storia del cinema e la versatilità della sua opera è unica. Tra questi ricordiamo: Taxi Driver (1975, Palma d’Oro a Cannes 1976), Toro scatenato (1980), Fuori orario (1985, miglior regista a Cannes 1986), Il colore dei soldi (1986), Cape Fear (1991, in concorso alla Berlinale 1992), Gangs of New York (2002, Fuori concorso alla Berlinale 2003), The Aviator (2004), The Departed (2006), e The Irishman (2019).

Berlinale, intervista al direttore Chatrian

Telegiornale 15.02.2024, 20:00

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