Cinema

The French Dispatch

Simmetrie assolute, colori pastello, retrogusto vintage

  • 1 dicembre 2023, 08:54
  • 1 dicembre 2023, 11:50
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Di: Davide Staffiero

RSI LA2, venerdì 1° dicembre, 21:00

In un secolo e oltre di Storia del Cinema sono pochi i registi che hanno saputo imprimere un marchio nell’immaginario collettivo tanto profondo e significativo da trasformare il proprio nome in aggettivo. Se termini come “hitchcockiano” e “felliniano” sono ormai entrati nel vocabolario corrente, i membri che si sono aggiunti al club negli ultimi trent’anni si contano sulle dita di mezza mano. Accanto all’ormai canonizzato Tarantino, sulla buona strada c’è senz’altro lui: Wes Anderson. Non ancora aggettivabile, forse, ma già portavoce di un modo d’intendere l’immagine filmica con caratteristiche ben precise. “Alla Wes Anderson”, appunto.

Basta un singolo fotogramma per intuire, senza possibilità di equivoco, chi sieda in cabina di regia: simmetrie esasperate, colori pastello, retrogusto vintage e una star qualsiasi tra le tante che fanno a gara per lavorare al suo fianco. Marchi di fabbrica inconfondibili e – diciamolo – ormai sul filo del manierismo, ma pur sempre cifra stilistica unica e personale che ha influenzato (e continua a influenzare) la percezione dell’immagine, cinematografica e non solo, del terzo millennio. Da “Rushmore” (che già conteneva in nuce tutto il suo universo espressivo) a “I Tenenbaum” (la pellicola che lo ha imposto all’attenzione del grande pubblico), passando per rari passi falsi (“Il treno per Darjeeling”) e almeno un autentico capolavoro (“Moonrise Kingdom”).

In una rassegna dedicata al Cinema d’autore contemporaneo non poteva dunque mancare un’opera a firma del regista texano, presenza fissa del circuito festivaliero e autore a tutto tondo (un dato di fatto, questo, che persino i suoi detrattori si astengono dal contestare). Con “French Dispatch” Anderson cambia marcia e pur rimanendo fedele (incatenato, direbbe qualcuno) alle peculiarità della propria estetica, sul piano narrativo tenta una strada diversa, abbracciando una struttura antologica che, nella sua festosa bulimia, mira a costituire un tutto maggiore della somma delle singole parti. Forse mai così ambizioso, forse mai così discusso. Le opinioni, come spesso accade, divergono: non resta che sintonizzarsi venerdì sera su LA2 e verificare coi propri occhi.

The French Dispatch

RSI Cultura 30.11.2023, 10:49

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