Si è chiuso lo scorso 27 agosto a Torre Pellice (Torino) il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, appuntamento annuale che riunisce pastori e deputati laici da tutta Italia nella storica cittadina piemontese, cuore pulsante del protestantesimo italiano. Un’edizione densa di dibattiti e decisioni, che ha rinnovato l’impegno delle chiese per una testimonianza evangelica pubblica e coraggiosa. Alla guida della Tavola valdese è stata riconfermata Alessandra Trotta, diacona metodista, che inizia così il suo terzo e ultimo mandato come moderatora. Ma ciò che ha davvero segnato i lavori sinodali è stata la forte presa di posizione sui temi della pace, dei diritti umani e della giustizia internazionale.
Al centro del dibattito, infatti, la drammatica situazione in Medio Oriente, in particolare il conflitto israelo-palestinese. Il Sinodo ha approvato tre atti specifici e affidato alla Tavola valdese il mandato di promuovere presso il governo italiano il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Allo stesso tempo, ha condannato con fermezza sia le violenze di Hamas, sia le politiche del governo israeliano, accusato di mantenere un regime di apartheid nei Territori occupati e di essere responsabile della devastazione della Striscia di Gaza. Il Sinodo ha inoltre respinto senza ambiguità il cosiddetto “sionismo cristiano”, definito una distorsione della Scrittura e del messaggio evangelico. Ha chiesto il cessate il fuoco immediato, la fine dell’occupazione, il rilascio degli ostaggi israeliani e la liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti senza processo. Durante una delle conferenze stampa, è stato sottolineato come il ruolo delle religioni possa essere cruciale nel disinnescare i conflitti: la “R” di religione – è stato detto – può e deve significare anche “riconciliazione”.
Ma la pace non è stato l’unico tema affrontato. Il Sinodo ha riaffermato l’impegno delle chiese protestanti italiane su altri fronti fondamentali della giustizia sociale. È stata approvata una mozione che ribadisce il sostegno ai diritti delle persone LGBTQIA+, un’altra che impegna le chiese nella difesa della dignità delle persone detenute, e un atto specifico per rafforzare le azioni contro la violenza sulle donne. È stato inoltre confermato il coinvolgimento attivo della Chiesa nella lotta contro la crisi climatica e nella promozione della sostenibilità ambientale. Attenzione particolare è stata riservata anche alla dimensione comunitaria e intergenerazionale della fede: il Sinodo ha accolto con favore le proposte della Federazione delle donne evangeliche in Italia, in vista del cinquantesimo anniversario della FDEI che ricorrerà nel 2026, e ha espresso pieno sostegno alla Federazione giovanile evangelica in Italia, rilanciando il ruolo delle nuove generazioni nella vita ecclesiale.
Nel suo discorso di chiusura, la moderatora Alessandra Trotta ha ricordato il Patto che 50 anni fa unì chiese valdesi e metodiste in un’unica comunità, capace di coniugare unità e pluralismo. Ha sottolineato l’importanza di una chiesa che non resta spettatrice, ma si espone, prende posizione, si schiera in favore della pace e della dignità umana, anche quando questo significa andare controcorrente. «La vita delle chiese – ha detto – è stata la cornice entro cui si è sviluppato il dibattito sinodale, in particolare sul tema della pace, in risposta all’orrore del conflitto israelo-palestinese. La scelta è quella di sostenere chi rinuncia alla violenza e osa testimoniare la possibilità della riconciliazione, la necessità della convivenza pacifica come unica via per vivere in sicurezza. È la scelta di difendere il diritto internazionale, unico baluardo contro la legge del più forte». Trotta ha poi esortato le chiese a portare nel futuro parole capaci di trasformare: misericordia, perdono, accoglienza, condivisione. E soprattutto, ha detto, occorre tornare a parlare il linguaggio della visione, del sogno, delle utopie, in grado di ispirare ideali positivi nei giovani, contro la freddezza della rabbia e del risentimento.
Nel corso del Sinodo sono state confermate anche le principali cariche istituzionali. Insieme ad Alessandra Trotta, nella nuova Tavola valdese figurano Dorothea Müller come vice moderatore, Ignazio Di Lecce, William Jourdan, Ulf Hermann Koller, Andrea Sbaffi e Davide Rostan. Riconferme anche all’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia, con Luca Anziani alla presidenza, alla Facoltà valdese di Teologia con Lothar Vogel come decano ed Eric Noffke come vice-decano, e alla Diaconia valdese con Daniele Massa nel ruolo di presidente.
Con la chiusura dei lavori a Torre Pellice, le chiese valdesi e metodiste ribadiscono la volontà di essere una voce chiara e credibile nella società italiana, radicata nel Vangelo e capace di testimoniare speranza, giustizia e solidarietà in un mondo attraversato da violenza e disuguaglianze.

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Tempo dello spirito 31.08.2025, 08:00
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