Ogni anno nel giorno dedicato alla memoria dei defunti, il lutto torna al centro della riflessione pubblica. Ma cattolici e riformati celebrano nello stesso momento questa ricorrenza?
Certamente ciò che mette tutti d’accordo è il fatto che l’attraversamento del lutto non debba essere immediato e che le Chiese si debbano curare, oltre che delle cerimonie, anche della gestione e accompagnamento nel dolore.
Al Centre Sainte-Ursule di Friburgo, nato dalle suore orsoline e oggi gestito da laici, da oltre quindici anni si accompagna chi ha perso una persona cara. Qui il lutto non è considerato una debolezza da superare in fretta, ma un’esperienza umana che richiede tempo, ascolto e presenza. Agnès Telley e Colette Brugger, che si sono formate in questo ambito, conoscono il dolore del lutto in prima persona: entrambe hanno vissuto perdite importanti e hanno trovato in questo percorso un sostegno concreto. Proprio da quell’esperienza è nata la volontà di mettersi a disposizione degli altri. Hanno condotto un sondaggio tra persone in lutto e la risposta è stata chiara: c’è bisogno di luoghi dove poter parlare liberamente, senza sentirsi giudicati. Ogni mese il Centro propone incontri di gruppo e colloqui individuali. Ogni incontro affronta un tema: si condividono conoscenze sul processo del lutto e si lascia spazio alle parole - o ai silenzi - di chi vive il dolore. Libri, testi, oggetti e fotografie diventano strumenti per esprimere ciò che spesso non trova voce.
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Molte persone raccontano che, fuori, nessuno chiede più come stanno, oppure si sentono dire frasi che feriscono: «È in un posto migliore», «Devi voltare pagina». Ma per voltarla - ricordano Agnès e Colette - bisogna aver avuto il tempo di leggerla. Il lutto non può essere accelerato, né spiritualizzato al punto da negare le emozioni. Al Centre Sainte-Ursule il percorso è un cammino di riconoscimento e speranza. E mostra quanto sia importante, come Chiese, formare persone competenti e sensibili. Perché accompagnare chi resta è un gesto di cura essenziale.
Nella tradizione cattolica il ricordo dei defunti avviene nella festività attorno al 2 novembre. Diversamente, nelle chiese protestanti, esiste un’altra ricorrenza, con caratteristiche un po’ differenti, che è la Domenica dell’Eternità, celebrata nell’ultima domenica prima dell’inizio del tempo di Avvento; quest’anno cadrà il 23 novembre. Un momento liturgico in cui le chiese protestanti di tradizione riformata e luterana ricordano le persone scomparse durante l’anno, soprattutto nell’ottica del sostegno a chi rimane, a chi deve fronteggiare il lutto. Spesso durante quel culto vengono letti i nomi delle persone scomparse nell’ultimo anno.
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Il pastore riformato di Poschiavo, Paolo Tognina, spiega che la Domenica dell’Eternità non è certo una festività «alternativa» a quella cattolica di inizio novembre. «In occasione di questa festa – spiega - si tratta di manifestare solidarietà nei confronti delle persone che nell’ultimo anno sono state toccate da un lutto. In questo senso può definirsi una festa dei “vivi addolorati”, piuttosto che dei morti». Tognina sottolinea anche l’aspetto della gestione del lutto. «Questa festa è un piccolo tassello nella gestione del lutto», spiega «che è in realtà un percorso molto lungo che comincia molto prima e si articola in varie fasi: dalla morte stessa, al funerale, alle visite svolte da pastori e diaconi per sostenere nei mesi successivi chi ha vissuto una lacerazione luttuosa. In questo percorso si inscrive anche questa domenica particolare. La gestione del lutto è quindi un percorso, di cui la Domenica dell’Eternità è solo un aspetto».








