D’estate, quando il sole si fa più caldo e le città si svuotano, la Svizzera si trasforma in un rifugio privilegiato per chi cerca il silenzio, quell’elemento raro e prezioso che le nostre vite frenetiche hanno reso quasi mitico. Negli ultimi anni, la Svizzera ha promosso diversi progetti dedicati alle cosiddette “zone di silenzio” o “zone di tranquillità”, aree naturali protette in cui il rumore artificiale viene drasticamente ridotto. L’obiettivo è restituire a questi luoghi una dimensione di pace e contemplazione, proteggendo al tempo stesso la biodiversità e la qualità della vita degli abitanti e dei turisti.
Queste “zone di silenzio” sono state individuate da enti federali come l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e da istituti scientifici, come l’Istituto PLUS del Politecnico federale di Zurigo, che nel 2020 ha elaborato una mappa dell’Altopiano svizzero con oltre cinquanta aree di almeno 5 km² in cui il silenzio è preservato. Aree scelte sulla base di criteri acustici e visivi, per offrire a chi vi si avventura la possibilità di rilassarsi lontano dal traffico, dalle linee elettriche e dall’inquinamento sonoro.
Un esempio concreto è il progetto “Luoghi di riposo e di ascolto” nella valle della Limmat, tra Zurigo e Baden, che invita a scoprire il paesaggio con l’orecchio, promuovendo una nuova forma di turismo attento all’ascolto e alla qualità sonora.
Il silenzio, però, non è solo assenza di suoni. Come ha scritto il filosofo Martin Heidegger, “La parola è la casa dell’essere” (Lettera sull’umanismo, 1947), ma è nel silenzio che la parola più autentica prende forma, in quella sospensione in cui l’essere si rivela. Nel silenzio possiamo ascoltare il mondo nella sua essenza più vera, lontano dal fragore quotidiano.
Platone, nel dialogo Fedone, ci ricorda come il silenzio sia la condizione necessaria per l’anima che cerca la verità: “Il silenzio è il primo linguaggio del filosofo” (Platone, Fedone, 114d). È nel silenzio che la mente può liberarsi dalle catene delle distrazioni e avvicinarsi a una conoscenza più profonda e intima.
L’esperienza del silenzio è anche strettamente legata alla natura. Henry David Thoreau, che trascorse due anni nella sua capanna a Walden Pond, ne fece un atto di resistenza al rumore e all’alienazione della modernità: “Non c’è niente di più raro e prezioso che la vera solitudine e il silenzio; in essi si rivela la voce del cuore e della natura” (Walden, 1854). Le montagne svizzere, con i loro boschi, laghi cristallini e sentieri solitari, oggi ci invitano a tornare all’essenziale proprio grazie alle “zone di silenzio”.
Viviamo immersi in un inquinamento acustico continuo: traffico, sirene, musica e notifiche digitali saturano i nostri sensi, lasciandoci poco spazio per la riflessione e il recupero interiore. Lo scrittore e filosofo francese Georges Bataille affermava: “Il silenzio è ciò che ci libera dal dominio del discorso e della necessità, è la porta per l’indefinito” (La parte maledetta, 1949). In questo senso, le “zone di silenzio” diventano veri e propri santuari moderni, luoghi in cui ritrovare una dimensione umana smarrita.
Ma il silenzio non è solo esperienza individuale: Emmanuel Levinas ci ricorda che nel rispetto dell’altro, nel lasciargli il suo spazio e il suo silenzio, si costruisce l’etica della convivenza. “L’etica è l’infinito rispetto per l’altro” (Totalità e infinito, 1961). Così, proteggere il silenzio diventa anche un atto di cura e responsabilità sociale.
Le vacanze estive in queste zone silenziose sono dunque più di una semplice fuga dal quotidiano: sono un’esperienza filosofica e sensoriale, un esercizio di ascolto e presenza. Offrono la possibilità di ritrovare quella dimensione di “anima” di cui parlava Plotino, che si riconnette con l’armonia dell’universo proprio nel silenzio: “L’anima, ricongiunta a se stessa, si fa silenzio e ascolto” (Enneadi, I, 6, 9).
E, come ricorda la poetessa Mary Oliver, “Il silenzio non è vuoto, è pieno di risposte” (Upstream, 2016).
In Svizzera, dunque, tra le cime alpine e i verdi pascoli, il silenzio torna a essere non solo un bene naturale da proteggere, ma un rifugio per l’anima, un invito a rallentare, respirare e riscoprire una verità semplice ma profonda: solo nel silenzio si può veramente ascoltare il battito della vita.
Silenzio
Cliché 11.10.2023, 21:55