Filosofia e Religioni

Immanuel Kant a trecento anni dalla nascita

Uno dei pensatori più influenti di sempre: con la sua “rivoluzione copernicana” trasformò la filosofia occidentale

  • 22 aprile, 09:13
  • 22 aprile, 10:15
Immanuel Kant
Di: Joshua Babic

Immanuel Kant, di cui questo 22 aprile ricorrono i trecento anni dalla nascita, è uno di quei filosofi del passato con cui la filosofia contemporanea sta ancora facendo i conti.

Immediatamente dopo la sua morte, la filosofia tedesca iniziò a definirsi in reazione al filosofo di Königsberg, o per continuità o per opposizione: da una parte, si può citare Fichte con la sua fedeltà nei confronti dell’idealismo trascendentale (l’idea, detta in parole povere, che gli oggetti della percezione non esistono indipendentemente dalla mente umana). Tra i primi critici di Kant si possono invece citare Schelling e Hegel che, con il loro idealismo assoluto, hanno sostenuto una vera e propria identità tra essere e pensiero.

La popolarità a cui assurse Hegel nel diciannovesimo secolo non scalfì mai davvero l’importanza di Kant, che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento venne riscoperto e riportato in auge dalla corrente del Neokantismo (Zurück zu Kant, diceva Otto Liebmann). Anzi la tendenza a definirsi in risposta al filosofo tedesco continuò ancora nel ventesimo secolo, perlomeno sul vecchio continente.

Per fare giusto un esempio, basti pensare a uno degli eventi decisivi della filosofia continentale, il celebre dibattito Heidegger-Cassirer, durante il quale i due filosofi tedeschi – giunti a Davos dove, tra il 1928 e il 1931, si stava sviluppando un progetto di università internazionale (Davoser Hochschulkurse) – si scontrarono pubblicamente proprio sull’interpretazione di varie tesi sostenute e difese da Kant.

Si potrebbe pensare che, contrariamente alla filosofia continentale, nel contesto della filosofia anglosassone (o analitica) Kant non abbia giocato un ruolo significativo. Infatti, all’inizio del ventesimo secolo, i filosofi britannici Bertrand Russell e G.E. Moore lanciarono un attacco devastante contro l’idealismo, sia quello di matrice neo-hegeliana difeso da Bradley sia quello più moderato di matrice kantiana. E di fatto la filosofia di Kant sparisce per almeno mezzo secolo dalle università inglesi e americane. 

Negli anni ‘60, però, vi è una vera e propria riscoperta della filosofia di Kant in ambito analitico. Da una parte, nel campo della filosofia teoretica c’è Peter Strawson, il quale scrive, nel 1966, The Bounds of Sense, un’opera di grande successo nella quale il filosofo inglese cerca di separare l’idealismo trascendentale di Kant dagli altri elementi del sistema kantiano. Nasce così uno dei dibattiti più rilevanti nella ricezione della filosofia di Kant in ambito analitico, quello riguardante la distinzione kantiana tra sensibilità e intelletto, tra intuizioni e concetti. È un dibattito questo estremamente attuale, che va al di là dell’esegesi di Kant e su cui si sono pronunciati filosofi del calibro di Wilfrid Sellars e John McDowell, e più recentemente la filosofa sudafricana Lucy Allais.

Dall’altra parte, in riferimento alla filosofia pratica, si può menzionare John Rawls, il cui capolavoro, Una teoria della giustizia, si situa nella tradizione kantiana e, anzi, trova fondamento nella teoria etica di Kant e sul concetto di imperativo categorico, cioè sull’idea di una regola per l’agire che sia assoluta, universale, incondizionata e giustificata come un fine in sé stesso.

E poi, c’è chi si spinge a vedere la possibilità di “interrogare” Kant anche davanti alle grandi questioni socio-politiche della contemporaneità. Proprio a questo proposito, è stato fondato recentemente, grazie a un finanziamento di quasi 1,8 milioni euro, il Digitales Kant Zentrum, un consorzio di ricercatori dalle università di Colonia, Bonn, Bochum e Siegen che si dedicheranno all’applicazione della filosofia kantiana rispetto a temi come il cambiamento climatico, la povertà, la pace, la migrazione, il diritto all’istruzione.

In occasione del trecentenario dalla nascita di Kant sono state organizzate numerose iniziative, specialmente in Germania. A settembre, all’università di Bonn si terrà il più importante congresso su Kant a livello mondiale, la quattordicesima edizione dell’International Kant Congress. Sempre a Bonn, il comune, insieme ad altri enti, ha organizzato alla Bundeskunsthalle una mostra sul filosofo tedesco dedicata al grande pubblico, una mostra ricca con prime edizioni e manoscritti di Kant, stazioni VR interattive, pannelli illustrati e opere d’arte. Ma sono previste mostre anche a Lüneburg, Potsdam e Berlino, e poi conferenze, incontri, numeri speciali di riviste. Proprio il 22 aprile si è tenuta una cerimonia ufficiale all’Accademia delle scienze di Berlino dove ha partecipato il cancelliere Olaf Scholz con un intervento sulla celebre opera di filosofia politica del filosofo tedesco, Per la pace perpetua – un testo quanto mai attuale che si presenta come un modello universale di trattato di pace.

Insomma, il confronto con Kant continua.

Tre secoli con Kant

La corrispondenza 22.04.2024, 07:05

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