Cristianesimo

La battaglia delle aspiranti preti a Friburgo

Nove teologhe sfidano il tabù del sacerdozio maschile presentando domanda al seminario. Un appello per una Chiesa più equa e inclusiva

  • Oggi, 13:00
  • Oggi, 13:33
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Baden-Württemberg, Friburgo: le studentesse di teologia di Friburgo Stephanie Gans (a sinistra), Lisa Baumeister (al centro) e Vera Fath (a destra) davanti al seminario locale. Hanno presentato una domanda di ammissione all'istituto

  • Keystone
Di: Red. 

Nove giovani donne, tutte con formazione accademica in teologia e un profondo desiderio di servire la comunità cristiana, hanno compiuto un gesto tanto coraggioso quanto simbolico: hanno presentato domanda di ammissione al seminario cattolico di Friburgo, manifestando apertamente la propria volontà di diventare sacerdotesse. Hanno tra i 22 e i 30 anni, studiano teologia, sono impegnate nella vita pastorale e sentono, con forza, una vocazione che tuttora non trova spazio nei confini ufficiali della Chiesa cattolica.

La loro iniziativa ha acceso il dibattito in Germania e non solo, perché si scontra frontalmente con una delle norme più rigide della Chiesa: quella secondo cui il sacerdozio è riservato esclusivamente agli uomini. Eppure, questo gruppo di giovani donne non ha agito per provocazione o ribellione fine a sé stessa. Il loro gesto è stato definito dalla testata dell’arcidiocesi di Colonia come una forma di «protesta creativa», un modo per mettere in luce, con pacatezza ma determinazione, un’esclusione che considerano non più sostenibile.

Una vocazione autentica, ma negata
Le ragazze – alcune delle quali hanno preferito rimanere anonime per evitare ripercussioni nel proprio percorso professionale – non si limitano a rivendicare un diritto: chiedono ascolto, apertura e dialogo. Sentono di avere una vocazione autentica, maturata nello studio, nella preghiera, nell’esperienza pastorale, e vogliono essere parte attiva di una Chiesa che cammini con i suoi fedeli, che si prenda cura delle persone, e che non discrimini sulla base del genere.

«Abbiamo deciso di presentare domanda come gesto per uscire dall’impotenza», hanno spiegato. La sensazione di essere escluse a priori da un cammino ministeriale per il solo fatto di essere donne le ha spinte a trasformare la frustrazione in un atto di testimonianza pubblica. Il loro obiettivo, hanno chiarito, non è forzare la mano né rompere con la Chiesa, ma contribuire a un processo di cambiamento.

Il seminario: nessuna ammissione, ma apertura al dialogo
Il vescovo ausiliare Christian Würtz, presidente del seminario di Friburgo, ha preso posizione con equilibrio. In una dichiarazione pubblica ha riconosciuto «l’impegno e la serietà con cui queste giovani donne affrontano la loro vocazione e il loro cammino nella Chiesa», ma ha confermato di non poter accogliere le loro domande, data l’attuale normativa canonica.

Tuttavia, ha già incontrato il gruppo per un primo, lungo confronto, e si è detto disponibile a proseguire il dialogo in futuro. Un segnale di apertura, almeno sul piano personale e pastorale, che lascia intravedere la possibilità di un ascolto più ampio all’interno della gerarchia ecclesiastica tedesca.

00:28

Notiziario 15.00 del 01.03.19: atteso il sacerdozio femminile

RSI Info 01.03.2019, 17:30

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Un appello per una Chiesa più aperta
Secondo l’agenzia cattolica KNA, l’iniziativa rappresenta «un appello per una Chiesa aperta», capace di riflettere sulle sfide del presente e sulle richieste che arrivano sempre più numerose dalla base: da credenti, religiosi e religiose, teologi e teologhe, giovani che non si riconoscono più in un modello ecclesiale percepito come rigido e distante.

Una delle protagoniste di questo movimento è Vera Fath, già nota nel panorama ecclesiale tedesco per il suo attivismo. Nel 2020, Fath aveva lanciato l’iniziativa “Il mio Dio non discrimina”, che ha raccolto centinaia di adesioni tra i giovani teologi. Attraverso i social, è nata una rete informale di sostegno e riflessione teologica, animata dal desiderio di costruire una Chiesa più inclusiva e capace di accogliere tutte le vocazioni.

L’invito ad altre donne: “Presentate domanda anche voi”
Le nove giovani donne che hanno scritto al seminario di Friburgo non vogliono restare un caso isolato. Anzi, hanno invitato altre donne che sentono la stessa chiamata a fare lo stesso passo: presentare la propria candidatura ai seminari cattolici come forma di testimonianza e di stimolo alla riflessione.

«Non vogliamo cambiare la Chiesa da fuori, ma da dentro», affermano. La loro azione non è frutto di rottura, ma di amore per un’istituzione che, pur tra mille contraddizioni, continuano a considerare casa. Rivendicano, però, il diritto di essere ascoltate, non ignorate.

Un dibattito ancora aperto
Il tema dell’ordinazione femminile nella Chiesa cattolica resta tra i più controversi e dibattuti. Il Magistero attuale ribadisce il “no” al sacerdozio per le donne, ma nel mondo cattolico si moltiplicano le voci che chiedono almeno un’apertura al diaconato femminile, o un ripensamento più profondo del ruolo delle donne nella struttura ecclesiale.

Intanto, il gesto di queste nove giovani teologhe non è passato inosservato. Ha acceso una scintilla. E anche se le loro domande non saranno accolte, la loro testimonianza potrebbe segnare un passo avanti nel lungo e complesso cammino verso una Chiesa più equa, che riconosca e valorizzi tutti i carismi, indipendentemente dal genere.

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Credere

Alphaville 04.07.2025, 12:35

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  • Mattia Pelli

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