Nel Novecento era un comparto in grande espansione. Poi una crisi che a tratti è sembrata irreversibile. Parliamo dell’editoria cattolica, un settore che soprattutto nella vicina Italia è stato per anni prolifico di titoli e catalizzatore di non pochi lettori. Poi la chiusura di marchi storici, l’emorragia di pubblico e la chiusura di diverse librerie storiche a macchia di leopardo in molte città. Così fino a oggi quando, dati alla mano, si registra lieve ma inaspettato cambiamento.
Infatti, secondo quanto riporta “il Segno”, mensile della diocesi di Milano in una informata e ben fatta storia di copertina, nel 2023 – lo dicono i dati forniti dall’ultima edizione del rapporto dell’Osservatorio dell’editoria cattolica in Italia – il segmento dei libri religiosi ha venduto quasi due milioni di copie, per un fatturato di circa 20,3 milioni di euro, in crescita quindi dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Una crescita non enorme, certo, eppure significativa perché testimonia che, se ben curati, anche i titoli religiosi possono avere una propria strada.
Dice non a caso sempre a “il Segno” Fabrizio Cattaneo, direttore commerciale della Diffusione San Paolo e vicepresidente librai dell’Unione editori e librai cattolici italiani (Uelci): «Nel 2023 abbiamo osservato un leggero miglioramento dell’editoria religiosa, che ha registrato un rimbalzo rispetto all’anno precedente legato a una migliore qualità della produzione editoriale e ad alcuni eventi contingenti, come la scomparsa di Benedetto XVI a fine dicembre 2022 che ha portato a un aumento delle vendite delle sue opere nell’anno successivo. Questo però non ci deve far dimenticare che in precedenza questo segmento aveva registrato flessioni importanti, anche del 6% all’anno negli ultimi 10 anni».
Giuliano Vigini, saggista e storico dell’editoria, ricorda comunque come in generale il momento che sta vivendo l’editoria religiosa resta critico. «Siamo in un momento di stallo dal punto di vista del mercato, e questo vale in particolare per l’ambito cattolico», dice a “il Segno”. E ancora: «Ma al tempo stesso siamo in una fase di passaggio verso un nuovo tipo di editoria cattolica più rispondente all’attualità e ai temi di fondo della società e della Chiesa di oggi». «Non è affatto semplice farlo. E allo stesso tempo questa nicchia si presenta frammentata al suo interno», spiega invece don Simone Bruno, direttore editoriale delle Edizioni San Paolo». Che continua: «Il nostro obiettivo è intercettare anche chi non si riconosce immediatamente nel linguaggio ecclesiale e nella fede cattolica e anche chi, nella stessa Chiesa, tollera poco le posizioni rigide e tradizionaliste».
Due interessanti tentativi in tal senso sono stati, ad esempio, i saggi del medico Silvio Garattini e dello psichiatra Marco Trabucchi - editi da San Paolo - che si sono misurati con i temi della salute e della malattia e «che hanno riscosso un forte consenso soprattutto nel mondo laico. Con fatica, ogni tanto, riusciamo a uscire dalla nicchia. È una sfida a cui non rinunciamo».
Ma i tentativi per «uscire dalla nicchia», come titola la copertina del mensile diocesano, sono svariati. Fra i tanti la nascita della società editoriale “Il Portico”, presieduta da Alberto Melloni, che nei primi mesi del 2023 ha acquisito Edb e Marietti1820. «L’obiettivo era evitare la dispersione di un enorme patrimonio culturale, pensiamo solo all’importanza della Bibbia di Gerusalemme - spiega Gianluc Montaldi, direttore editoriale di Edb -. Tornare sul mercato non è stato facile: lo abbiamo fatto con un solido piano economico, e soprattutto rinsaldando il rapporto con gli autori. I due anni di fallimento hanno pesato, ma penso che siamo sulla buona strada». Un segnale incoraggiante in questo senso è l’alleanza stretta con l’Editrice missionaria italiana (Emi) attraverso un progetto editoriale che è stato presentato anche a papa Francesco.
Il settore da tempo soffre anche per la quasi totale scomparsa di romanzieri dichiaratamente d’ispirazione cristiana. Eppure non mancano le eccezioni. Per le Paoline è al secondo romanzo il vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo con il suo “Ribellarsi alla notte”. Una storia ben scritta, che si snoda tra le vite dei diversi personaggi, tutti in cerca di un motivo vero per vivere. È una storia a doppio fondo e che si può leggere come un giallo, perché del giallo ha tutto gli elementi classici. Ma che si può leggere anche come percorso esistenziale.
Nel 2022 fu lo scrittore spagnolo Juan Manuel de Prada a scrivere “La divine bibliothèque”, una vera e propria «introduzione alle grandi opere della letteratura cristiana», come recita il sottotitolo dell’edizione francese. Ne parlò diffusamente su “Avvenire” Roberto Righetto, che ricordò come fossero solo due gli scrittori viventi citati da de Prada: «Il primo spagnolo e anche teologo, Pablo d’Ors, il secondo francese e soprattutto filosofo, Fabrice Hadjadj, fra i pochi capaci di imporsi oggi a livello intellettuale nel panorama culturale europeo, a dimostrazione che la fede ha ancora possibilità di incidere e trovare il giusto riconoscimento purché non sia ridotta a sentimentalismo o sociologismo e riesca a provocare, con immaginazione e anticonformismo, il pensiero dominante».
La crisi dell’editoria cattolica
Alphaville 15.05.2023, 12:35
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