Arte

L'ettagono invisibile

L'uomo vitruviano e il suo enigma

  • 29 January 2023, 23:00
  • 31 August 2023, 09:26
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uomo vitruviano
Di: Daniele Bernardi

Chi ha dimestichezza con un certo uso del corpo – danzatori, attori (ma solo alcuni), sportivi o frequentatori di determinate pratiche – non ignora quanto questo contenga una sua curiosa armonia. Ad esempio, spingendo il fisico all'acquisizione di una massima elasticità – penso ai mudras dello yoga – risulta evidente come i "nodi" di ogni posizione siano possibili proprio in virtù di una connaturata regolarità. È probabilmente a tale equilibrio che si riferiva Vitruvio Pollone, architetto romano del I sec. a.C., quando, nel suo De architectura, presentava i criteri che costituirebbero l'uomo ben proporzionato: l'iscrizione in un cerchio avente come centro l'ombelico e in un quadrato il cui lato abbia come misura la distanza che separa le mani a braccia stese; quest'ultimo valore sarà, di conseguenza, anche l'altezza del corpo.

L'uomo Vitruviano va a Louvre

RSI Dossier 23.12.2019, 10:55

Fra quelli che ragionarono sull'asserzione di Vitruvio spicca, com'è risaputo, Leonardo Da Vinci, il cui celebre disegno del 1490 – ora eccezionalmente esposto, fino al 24 febbraio, all'interno della grande mostra per il cinquecentenario leonardesco presso il Louvre di Parigi – è da tempo divenuto icona e, contemporaneamente, oggetto di consumo: dalla sua presenza sulla moneta da un euro alla tipica usura che oggi affligge ogni immagine (non oso pensare al merchandising che circonda quest'opera), il disegno di Leonardo è cosa nota a chiunque. Ma soprattutto, cosa ben più importante, non si contano gli innumerevoli studi che hanno cercato di carpirne i segreti. Eppure, ciononostante, qualcosa era sfuggito a tutti.

È il 2003 quando il ticinese Mario Helbing – filosofo, ricercatore, storico della scienza e importante specialista di Galileo – progetta un originale carrello da cucina chiamato "Eptacook". Lo strumento «mira a modificare radicalmente il rapporto tra chi cuoce e chi fruisce di cibi cotti o, in generale, cucinati. Rende infatti completamente mobili, in qualsiasi sito dello spazio abitativo, le operazioni di cottura, eleminindo parzialmente il vetusto concetto di locale-cucina». Ma ciò che conta è che "Eptacook" ha una forma specifica: quella dell'ettagono. È infatti a tale insolito oggetto che, da da un po' di tempo, Helbing si sta dedicando.

Per chi non lo ricordasse, si rammenta che l'ettagono è un poligono regolare la cui costruzione non è affrontabile col mero uso di riga e compasso. Sarà per questo che il matematico Euclide (IV-V sec. a.C.) lo escluse dai suoi Elementi, forse intuendone, con larghissimo anticipo rispetto all'effettiva dimostrazione data da Karl Friedrich Gauss a inizio Ottocento, l'impossibilità di realizzazione secondo metodi adottati per altre figure; a chi volesse approfondire l'argomento si segnala la pubblicazione dello stesso Helbing, Il poligono reietto (edizioni Leggere, 2005), dove, attraverso l'opera di Albrecht Dürer, Leonardo, Francesco Colonna, Giordano Bruno, Galileo, Cristoforo Clavio e Giovanni Keplero, l'autore traccia il percorso che condusse l'ettagono al limbo degli enti inconoscibili.

Ciò detto, quando ad Helbing viene l'idea di iscrivere una figura simile a quella leonardesca sul piano del suo "Eptacook", è certo che il Vitruviano, così com'è concepito, non possa adattarsi a una forma ettagonale. Ecco che però le cose non vanno come previsto: l'amico ceramista Angelo Soldini, incaricato di preparare un disegno a partire da un differente modello, dopo pochi giorni si presenta con una notizia stupefacente: l'immagine di Leonardo si inserisce a tal punto nell'ettagono da far credere che quest'ultimo sia la struttura di base su cui l'artista l'ha costruita. Infatti gli arti superiori sollevati e quelli inferiori divaricati toccano proprio gli angoli del poligono, mentre la diagonale minore orizzontale superiore determina con lieve scarto l'altezza della figura e, con essa, il lato del quadrato in cui è costretta. Ma la cosa più stupefacente è un'altra: nessuno, finora, ci aveva mai fatto caso.

Questa scoperta che, da un lato, getta una nuova luce sul peso del poligono regolare di sette lati nella Storia dell'arte e, dall'altro, coincide con gli sviluppi del percorso di Leonardo (sappiamo che aveva studiato l'ettagono) è stata citata nel 2006 come nuova ipotesi all'interno della grande mostra fiorentina La mente di Leonardo, presso la Galleria degli Uffizi. Nel sito dell'esposizione, attraverso due accurate animazioni, è ancora possibile osservare la costruzione del disegno secondo la regola della proporzione aurea e, anche, attraverso l'iscrizione del corpo nell'ettagono a partire dalla "regola indiana" o "costruzione di Dürer".

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