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Asterix è tutti noi (francesi e no)

Esce il 41° volume “Asterix in Lusitania”. Dopo 390 milioni di copie vendute, il fumetto creato da Goscinny e Uderzo continua a essere amatissimo, universale e capace di trascendere perfino la politica

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Asterix e Obelix nel film Asterix contro Cesare, 1985

  • IMAGO / United Archives
Di: Michele R. Serra 

Il fumetto, lo sanno tutti, è linguaggio universale per natura. Perché è essenziale: pochi segni possono costruire un volto; quel volto è il volto di tutti, e cambiando solo uno o due tratti, cambia completamente il suo significato.
Ci sono alcuni fumetti, però, che sono più universali di altri. E infatti sono letti da miliardi di lettori nel mondo, senza confini geografici o temporali. I nomi li sappiamo: Peanuts, Dragon Ball, Batman. Se parliamo di fumetto europeo, forse solo due personaggi arrivano a quel livello di popolarità: il belga Tintin e il francese Asterix.

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  • Hachette Livres

Asterix, che mentre esce in Francia il quarantunesimo volume Astérix en Lusitanie (disponibile in italiano da Panini giovedì 30 ottobre) si avvicina ai 400 milioni di copie vendute, in sessantasei anni di permanenza sul mercato e 111 paesi toccati dalla traduzione e distribuzione degli albi che lo vedono protagonista. I creatori originali René Goscinny e Albert Uderzo sono passati a miglior vita e sostituiti da Fabcaro (prima Jean-Yves Ferri) e Didier Conrad, eppure ogni nuova avventura continua a essere letta da, semplicemente, mezzo mondo.

Dunque: da dove arriva questa persistenza, da dove arriva questa universalità? Forse dipende dal fatto che Asterix presenta alcuni tratti della tradizione supereroica americana, anche se trasformati in parodia – in fondo, si potrebbe dire, Asterix e Obelix sono supereroi (ok, Obelix di più). Allo stesso tempo, presenta situazioni ed estetica caricaturali che – con enormi differenze, per carità – in qualche modo possono riportarci verso il manga umoristico.
Il che non significa che Asterix non sia quintessenzialmente europeo, e francese.

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Asterix in Lusitania

Prima Ora 23.10.2025, 18:00

Anzi, qualcuno ha detto che Asterix riassume in sé tutte le contraddizioni dei francesi. Riprendo direttamente le parole di Alain Duhamel nel suo trattatello Le Complexe D’Astérix, circolato negli anni Ottanta e oggi dimenticato: «Goscinny e Uderzo hanno saputo, meglio di chiunque altro da Tocqueville, riassumere nel loro eroe tutti i tratti che formano il temperamento politico francese. Combattente, ciclotimico, coraggioso, ironico, brontolone; generoso ma sciovinista, attivo ma suscettibile, intelligente ma ferocemente individualista, amante delle imprese e della gloria, scettico nei confronti dei potenti, allergico al conformismo, profondamente legato al suo villaggio e persuaso che nulla al mondo possa eguagliarlo, intrepido e superstizioso, entusiasta poi scoraggiato, sentimentale e misogino: è tutta la politica francese».

Chi non è cittadino di Francia non può essere certo che siano davvero quelli citati, i caratteri fondamentali dell’archetipo francese, ma di certo può dire che, al novanta per cento, sono anche quelli della sua, di terra. Perché in effetti quel coacervo di sentimenti contraddittori è in fondo proprio dell’uomo occidentale (e ancora di più dell’uomo nel senso di maschio, verrebbe da dire. Ma poi, a ben guardare, Asterix piace molto anche alle lettrici. Quindi? Mah).

Le contraddizioni sono anche politiche, e sono molti quelli che hanno azzardato una lettura del genere (del resto, se davvero abbiamo provato a capire se i Puffi sono di destra o di sinistra, perché non farlo anche con i Galli?).

Ad esempio, è vero che Asterix, Obelix e compagnia vivono in un villaggio autogestito, indipendente, fondamentalmente anticapitalista: la loro economia è basata su caccia, raccolta, agricoltura di base, la ricchezza del singolo non viene tenuta in alcuna considerazione, e le decisioni vengono prese nel corso di assemblee che spesso degenerano – a volte in litigi, più spesso in feste e banchetti.
La piccola utopia del villaggio gallico resiste strenuamente agli attacchi dell’imperialismo romano, che vorrebbe imporre a terre e popolazioni assoggettate uno stile di vita dominato da una rigida gerarchia sociale, economica, militare. E dunque, ecco prendere forma un’idea di Asterix gauchista.
Allo stesso tempo, però, sottotraccia, ecco che la protezione dei confini del villaggio dallo “straniero” assume connotati ben oltre il limite della xenofobia. E allora: Asterix sovranista, destrorso, perfino razzista?

Ovviamente l’unica verità – spesso ripetuta dagli stessi autori nel corso degli anni – è che Asterix riflette unicamente la loro, di sensibilità, e serve solo a «divertire i bambini, e chi bambino è rimasto». Ma ancora più importante è il fatto che Asterix sia riuscito a trasformare i suoi personaggi non in maschere, ma in specchi, per i lettori di mezzo mondo. È quello che capita di solito alle opere che trascendono il semplice successo, per diventare, appunto, universali.

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Asterix sbarca in Portogallo: il nuovo albo in Lusitania

Setteventi 23.10.2025, 07:20

  • Keystone
  • Marcello Fusetti e Francesca Margiotta

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