FUMETTO

Cosa rimane di Hugo Pratt

I grandi autori che hanno ispirato il maestro del fumetto scomparso trent’anni fa, e la sua persistente eredità artistica. Però l’avventura, oggi, non è più quella di una volta...

  • Oggi, 16:30
Hugo Pratt a Venezia.jpg

Hugo Pratt a Venezia, 1981

Di: Loris Cantarelli, Direttore della rivista “Fumo di China”

Se n’è andato da trent’anni, ma a ben guardare non ci ha mai lasciato veramente. Si dice sempre così, ma stavolta è vero.

Certo, il fatto che Ugo Eugenio Prat da Rimini – nel Dopoguerra ribattezzatosi Hugo Pratt, per rimarcare subito un fascino d’avventura – non sia più tra noi fisicamente, non può che scornare chi l’ha incontrato di persona, amandone immediatamente l’arguzia, l’intelligenza e la sagacia da buon conversatore… di quelli, anche, che ingigantiscono avvenimenti reali fino a “colorarli” fin troppo, fedeli al detto che sarebbe un delitto rovinare una buona storia con la verità.

09:03

La vita è un segno. La biografia di Hugo Pratt

Diderot 13.11.2020, 18:00

  • rizzolilizard.rizzolilibri.it

Ma al di là della presenza fisica, guardando le librerie, non si possono non notare le continue ristampe in ogni forma e colore (bianco e nero compreso) dei suoi racconti a fumetti, delle sue illustrazioni. Nonché l’uscita parallela di nuove avventure del suo Corto Maltese da parte del duo spagnolo Juan Díaz Canales & Rubén Pellejero (già 5 avventure dal 2015) più una versione “moderna” ambientata nel mondo d’oggi da Martin Quenehen & Bastien Vivès (per ora 3 storie dal 2021). Ed è solo l’inizio.

04:10

Corto Maltese - La linea della vita

Nerd 3.0 19.11.2024, 14:30

  • Michele R. Serra

C’è infatti qualcosa di ancora più profondo e particolare, che costituisce la vera eredità dell’autore scomparso a 68 anni, quel maledetto 20 agosto 1995.
Ad esempio il fatto che, dopo Una ballata del mare salato che nel 1967 ha visto esordire il suo Bel Marinaio (colui che si allungherà personalmente la linea della vita nella mano destra, e magari potessimo farlo anche noi!), tutto il fumetto ha acquisito un nuovo status. Praticamente in contemporanea Guido Buzzelli pubblicava il volume La rivolta dei gracchi e Guido Crepax mandava in stampa L’astronave pirata: tutti volumi a fumetti con tematiche e sviluppi consapevolmente adulti, disponibili in libreria per un pubblico attento alle novità e all’intelligenza. Autori compresi, visto che nel 1969 è arrivato anche il Poema a fumetti di Dino Buzzati. E se la bomba di Piazza Fontana non avesse spinto ad annullare la presentazione milanese di quest’ultimo volume, in programma alla Libreria Rizzoli con Indro Montanelli, la cultura italiana avrebbe iniziato a parlare di “romanzo a fumetti” trent’anni prima che prendesse piede la locuzione, prettamente da marketing, “graphic novel”.

09:32

Poema a fumetti

Attualità culturale 04.12.2018, 12:15

Il fumetto è a tutti gli effetti letteratura disegnata, diceva Pratt citando – ma senza dirlo – una fugace rivista argentina (dove aveva vissuto per tutti gli anni Cinquanta) intitolata Literatura Dibujada, che giustamente considerava la narrativa a fumetti senza alcun complesso d’inferiorità rispetto alla più tradizionale produzione in prosa. Una conquista oggi ormai acquisita, ma che allora ad alcuni sembrava quasi lunare. Eppure è del tutto evidente che nella pratica si può di volta in volta realizzare un capolavoro o un’opera scadente (esattamente come per un romanzo, un film, una serie tv) senza che questo infici la dignità intrinseca del mezzo utilizzato. Il fumetto, in particolare, ha dimostrato nel tempo grande versatilità, rivelandosi utile ad affrontare uno spettro di generi diversissimi tra loro, dimostrandosi “impegnato” o puro intrattenimento, oltre a tutti gli incastri possibili e immaginabili fra ciascuna di queste componenti.

È noto, a proposito, il fastidio di Pratt per un fumetto che si dichiarasse apertamente “politico”: era per indole ben più favorevole a una (soltanto apparente) evasione nell’avventura, verso un Altrove che fa evadere della realtà, sì, ma giusto per farcela capire meglio. L’amico e sodale Milo Manara ha citato in più occasioni l’Ulisse della Divina Commedia, con la celebre terzina «Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza», come sintesi dell’impostazione esistenziale di Pratt, per cui l’Avventura è prendere in mano la propria vita, a dispetto delle rigide convenzioni e di modi di pensare preconcetti. Naturalmente, bisogna essere pronti a pagarne il prezzo sulla propria pelle: un’idea, si potrebbe dire, fondamentalmente eversiva.

Quella prattiana era una lezione che richiamava, in campo fumettistico, numi tutelari come Milton Caniff e Alex Toth, mentre se pensiamo al campo letterario, nelle storie di Pratt non è affatto improprio respirare le tenebre di Joseph Conrad e i marosi di Herman Melville, gli orizzonti di frontiera di Fenimore Cooper e il volo di Antoine de Saint-Exupéry, l’Oceano Pacifico di Robert Louis Stevenson e l’Africa (dove il giovanissimo Hugo Pratt si trovava allo scoppio della Seconda guerra mondiale) di Rudyard Kipling: ma l’elenco potrebbe continuare a lungo.

05:45

Herman Melville

Blu come un'arancia 26.10.2016, 20:20

E oggi, cosa rimane di quella lezione? Apparentemente si fatica a veder rappresentate, nel panorama della narrativa disegnata, ma anche di quella in prosa, al cinema o in tv, atmosfere di avventura “pura”, lontane dalle metropoli del noir, dalle fantasmagorie fantasy e dalle utopie o distopie fantascientifiche. Sembrano infatti lontani i tempi delle riviste che ospitavano Milo Manara con il suo Giuseppe Bergman (in cui compariva perfino un novello Virgilio con le fattezze proprio di Hugo Pratt), il vibrante José Muñoz, l’architettonico Attilio Micheluzzi e l’ingegneristico Vittorio Giardino, le cui opere sono sempre più costrette a rifugiarsi nel mercato delle librerie: ma questo spostamento non ha fermato la loro diffusione, anzi.

47:10

Vittorio Giardino

Fumetti e graphic novel 11.05.2022, 10:30

  • rizzolilizard.rizzolilibri.it

E se si pensa a discendenze meno dirette, il catalogo diventa ancor più ampio: per fare un solo esempio, abbiamo assistito alla diffusione del graphic journalism di Joe Sacco, che descrive gli orrori della guerra come il Sgt. Kirk che Pratt disegnava in Argentina su testi di Héctor Germán Oesterheld, storico autore dell’Eternauta poi finito a ingrossare le fila dei desaparecidos.

12:30

Il fumetto argentino e la sua storia (3./5)

Alphaville 30.04.2025, 12:05

  • iStock
  • Yari Bernasconi

Quando Hugo Pratt si è spento nella sua casa di Grandvaux sul lago di Losanna (dove viveva dal 1983 con i suoi quasi ventimila volumi in sei lingue, oggi raccolti in sette sale al Villars Palace, un suggestivo Hotel a Villars-sur-Ollon), tra i necrologi sul Corriere della Sera ne è apparso uno insolito, assolutamente appropriato seppur sorprendente, perché antesignano dello sdoganamento dei fumetti oggi ormai assodato: quello del Ministro della Cultura, lo storico dell’arte Antonio Paolucci che sarebbe poi stato anche direttore dei Musei Vaticani. Come ha scritto Antonio D’Orrico nel 2009, «A suo modo, si tratta di un documento storico per la cultura italiana. Perché si trattava del primo riconoscimento ufficiale, ed espresso al massimo livello istituzionale (il Ministero della Cultura), del fatto che Corto Maltese e gli altri fumetti di Pratt erano un bene culturale della Nazione. I francesi l’avevano capito da un pezzo, dalle nostre parti invece si continuava a far finta di nulla».
Dialoghista sopraffino, capace di mantenere costantemente viva l’attenzione del lettore, Hugo non avrebbe potuto commentare meglio.

Statua Corto Maltese Grandvaux.jpg

La statua di Corto Maltese che sovrasta le vigne di Grandvaux

  • IMAGO / robertharding

Correlati

Ti potrebbe interessare