Letteratura

Domenico Starnone, Zygmunt Bauman e le storie di corna

“Destinazione errata” è il nuovo romanzo dell’autore di “Ex Cattedra”, “Via Gemito” e “Lacci”. Racconta le relazioni liquide e l’inettitudine contemporanea, con ironia garbata quanto precisa

  • 5 minuti fa
Domenico Starnone, 2022

Domenico Starnone, 2022

  • IMAGO / opale.photo
Di: Laura Piccina 

Lo scorso 19 novembre il sociologo Zygmunt Bauman avrebbe compiuto cento anni. Al di là della data simbolica, Bauman è stato uno dei pensatori più brillanti e dei saggisti più letti del nostro tempo. È a Bauman che, proprio alle soglie del 2000, si deve l’etichetta di “modernità liquida” come sintesi e ricapitolazione di buona parte del secolo appena trascorso, ma anche quale prefigurazione del secolo a venire.

L’instabilità, intesa come una continua tendenza al mutare delle cose, diventa una lente intersezionale, un processo di carotaggio che attraversa molti strati della realtà: dall’economia alla storia delle idee, dalla percezione della temporalità alle relazioni intime. All’analisi di quest’ultime, nel 2003, Bauman ha dedicato un intero saggio, Liquid Love: On the Frailty of Human Bonds.

17:57
“Destinazione errata” di Domenico Starnone, Einaudi Edizioni (dettaglio di copertina)

“Destinazione errata”

Alice 29.11.2025, 14:40

  • einaudi.it
  • Laura Piccina

Circa negli stessi anni in cui Bauman rifletteva sulla fragilità dei legami a Leeds, in Italia faceva altrettanto lo scrittore Domenico Starnone. Da Via gemito (Feltrinelli, 2000) a Lacci (Einaudi, 2014) fino ad arrivare all’ultima uscita, Destinazione errata (Einaudi, in libreria da questo mese), il rapporto di coppia è uno dei temi centrali dei romanzi di Starnone. Lo scrittore rischia senza dubbio di ripetersi, e tuttavia Destinazione errata risulta godibilissimo perché precisa il quadro tracciato nelle ultime decadi e lo fa con garbata ironia.

In quest’ultimo libro un padre di famiglia all’apparenza esemplare invia per sbaglio un messaggio d’amore alla collega Claudia; lei risponde con un “anch’io ti amo” che mette l’uomo in uno stato di grande confusione: dovrebbe sciogliere l’equivoco o approfittare della situazione? Siamo di fronte a un classico caso di butterfly effect: un piccolo errore genera quello che viene definito un «bordello esistenziale». Basta un battito d’ali a far vacillare anche la più solida delle relazioni.

A detta di Starnone, è lo stesso concetto di coppia monogamica a non essere più funzionale; la passione finisce e le coppie non si accontentano di un fiacco trantran dove il bene reciproco o non c’è o non è abbastanza. E, allo stesso tempo, per Starnone (che chiaramente concorda con Bauman) non c’è una vera alternativa alla coppia monogamica se non quella di accettare che la durata della relazione sarà breve. Sembra di sentire anche Paul Valery quando scrive che «l’interruzione, l’incoerenza, la sorpresa sono le condizioni ordinarie della nostra vita. Sono persino diventate bisogni reali per molte persone, le cui menti non sono più nutrite se non da cambiamenti improvvisi e stimoli continuamente rinnovati. Non riusciamo più a sopportare nulla che duri» (e non a caso questa citazione è in calce a Liquid Modernity di Bauman).

Questo fiacco amore, del resto, corrisponde a un personaggio altrettanto bigio. Il protagonista di Destinazione errata, di cui non si fa mai il nome (forse perché non se lo merita), è un uomo «lento, ciondolante, di molte arti ma svagato in tutte, ridotto al grigio lavoro dello sceneggiatore». Mente per lavoro e fa la banderuola anche con i sentimenti, nonostante dichiari di amare sua moglie: «io voglio Claudia perché lei mi vuole» ammette. Di fronte a questo soggetto, non si può fare a meno di pensare all’inetto del grande romanzo umoristico italiano tra XIX e XX secolo, da Svevo a Pirandello, da Moravia a un certo Gadda. Viene in mente, per esempio, l’immaturo Emilio Brentani di Senilità, incerto e del tutto incapace di gestire il rapporto con Angiolina.

C’è però una differenza radicale rispetto alla tradizione, chiarisce Starnone, perché «quella condizione è sensibilmente peggiorata». L’inetto di primo Novecento fatica a inserirsi in una società italiana in cui i valori sono tutto sommato duraturi e gli impegni presi sono ben saldi (la legge sul divorzio, in Italia, entrò in vigore solo il 1° dicembre 1970). L’inetto contemporaneo, invece, secondo Starnone fa parte di un mondo in cui il maschio «non è in grado di rappresentarsi con nettezza, nemmeno nell’inettitudine. La cosa diviene chiara in maniera assoluta proprio nei rapporti primari. Noi abbiamo un personaggio maschile, che, per quanto si sforzi, non riesce in nessun modo a ricostruirsi attorno a un quadro radicalmente cambiato, cioè la donna che ha acquistato una sua assoluta autonomia».

Ben lungi dall’essere solo una storia di corna, Destinazione errata (ma forse la cosa si potrebbe estendere ad altri libri di Starnone) non solo scrive un nuovo capitolo del romanzo umoristico italiano, ma si fa anche manifesto di un’identità maschile confusa e fragile, di certo da ripensare con serietà tra una risata e l’altra.

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Domenico Starnone

RSI Cliché 15.04.2025, 09:00

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