Letteratura

La fantascienza ci indica la strada giusta (anche dopo cent’anni)

Sebastiano Fusco, autore di “Il grande libro della fantascienza”, ripercorre un secolo di storie visionarie e guarda al futuro del genere

  • Ieri, 13:00
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Di: Marco Pagani / Red. 

La fantascienza si appresta a celebrare il suo centenario. Nell’aprile del 1926 usciva negli Stati Uniti Amazing Stories, la prima rivista dedicata a questo genere letterario, che in un secolo ha conquistato un posto di rilievo nell’immaginario collettivo. Per celebrare questa ricorrenza, Sebastiano Fusco ha pubblicato Il grande libro della fantascienza, un’opera che ripercorre la storia del genere dalle origini ai giorni nostri.

«L’occasione è il fatto che la fantascienza fra pochi mesi compirà cent’anni - spiega Fusco - quindi ho pensato fosse giusto che si trovasse in libreria un volume capace di fare un consuntivo di questo secolo. Però la fantascienza non riguarda soltanto passato, presente e futuro: riguarda anche i nostri sogni e le nostre paure. Ed è di questo che si occupa soprattutto il mio libro, cioè la coscienza della società di oggi, come emerge attraverso le visioni di chi ha, della realtà, un’immagine un pochino più vasta di quella fornita dalla cronaca».
Sebastiano Fusco, autore di Il grande libro della fantascienza

Il libro non vuole essere un’enciclopedia né un’antologia completa, ma offrire piuttosto una panoramica dei temi principali affrontati dalla fantascienza nel corso della sua storia:

«Ho individuato una dozzina di temi fondamentali, che sono diventati titoli dei capitoli e sono i grandi temi anche dell’umanità di oggi, cioè la conquista dell’universo, la conquista dello spirito umano, i rischi che corre la nostra società... Le grandi tecnologie che noi stiamo sviluppando, in che cosa possono trasformarsi? Sono un aiuto o in un rischio? In base a questi temi ho scritto quello che avevano anticipato o sognato gli autori di fantascienza cercando di approfondirli e di organizzare la materia secondo una serie di criteri abbastanza rigorosi».

10:48

“ll grande libro della fantascienza”

Alphaville 09.07.2025, 11:30

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  • Marco Pagani

Uno degli aspetti più interessanti è la capacità della fantascienza di anticipare temi che si sono poi rivelati centrali nella vita quotidiana:

«La cosa che colpisce è la capacità della fantascienza di individuare una serie di argomenti che poi si sono rivelati centrali per la vita di ogni giorno. Per esempio, noi parliamo di pericoli legati al clima, di ecologia, magari perché viviamo un’ondata di caldo in Europa... Ecco, la fantascienza si occupa da più di cent’anni di disastri, di rischi ecologici, quindi ha già anticipato tutta una serie di cose che noi viviamo oggi.

Altro grande tema è ovviamente l’intelligenza artificiale, che è stata sviluppata per aiutare l’uomo nel suo lavoro o nello studio... ma può diventare un rischio? Potrebbe sostituire l’umanità? La fantascienza se ne occupa da più di un secolo: la prima commedia dedicata a robot che possono sostituire l’umanità, che dà origine alla stessa parola “robot” , è stata scritta negli anni venti!»

Fusco evidenzia anche un fatto forse meno sottolineato: la fantascienza è sempre stata un genere, in qualche modo, etico.

«La fantascienza è sempre stata animata da una grandissima consapevolezza e coscienza civile, cioè ha affrontato tutti questi temi con una sensibilità evoluta, non ha mai ceduto a volgarità, non ha mai ceduto a oscenità come il razzismo e cose di questo genere... Non è soltanto un esempio di narrativa che racconta sogni e rischi, ma è anche capace di indicare la strada giusta in un mondo molto complicato».

Altro fatto piuttosto sorprendente è che la fantascienza ha la capacità di prevedere il futuro con maggiore accuratezza rispetto ad altre discipline:

«La fantascienza ovviamente non riesce a dare soluzioni sicure ai problemi di oggi, però ci offre un ventaglio di possibilità, perché gli autori hanno esplorato le possibili conseguenze delle azioni umane nel campo della scienza, del sociale, e in tanti altri. ci hanno fornito prospettive diverse. Il fatto stesso che abbia esplorato queste cose ci è utile oggi, per vagliare i possibili futuri che l’umanità ha di fronte a sé. Di conseguenza, diciamo, la fantascienza è comunque una letteratura ottimista, perché se non altro ci garantisce che abbiamo un futuro... cosa che oggi, beh, la cronaca ci dice non essere tanto sicuro, ecco. Quindi è una letteratura che ci dà speranza.

È emerso che le previsioni della fantascienza sono di molti punti percentuali più azzeccate rispetto alle previsioni analoghe che hanno fatto studiosi, saggisti, sociologi. Ovviamente ci sono anche tante ipotesi poi rivelatesi fallaci, però la fantascienza - rispetto ad altre attività intellettuali umane - sembra aver avuto una migliore aderenza a quello che sarà effettivamente il futuro.»

Questa capacità visionaria, unita alla varietà di temi trattati, ha contribuito alla crescente popolarità del genere:

«La fantascienza va tenuta d’occhio, non è un caso che oggi sia fra la narrativa di genere quella più diffusa, perché ha superato in tutte le sue manifestazioni, al cinema, nei giochi, nella letteratura stessa.... praticamente tutte le altre letterature di genere. Di conseguenza credo che anche il pubblico si sia accorto finalmente, dopo cent’anni, che tutto sommato nella fantascienza c’è qualcosa di buono».

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