Letteratura

Maria Rosaria Valentini, il sangue che ci lega

Con l’autrice di “Magnifica” esploriamo alcuni temi della sua poetica e di un’attività narrativa che sconfina nell’editoria per ragazzi  

  • 8 maggio, 11:53
Maria Rosaria Valentini
Di: Alessandro Chiara

Con l’autrice di “Magnifica” abbiamo esplorato alcuni temi della sua poetica e di un’attività narrativa che sconfina nell’editoria per ragazzi  

Sangue. Ogni tema di Cliché è un viaggio semantico che intreccia suggestioni, ricordi personali, a volte semplici assonanze.

“Il sangue è legato alle nascite, ai parti, alla vita e alla morte. È una parola di grande potenza”. Con il suo romanzo “Magnifica”, Maria Rosaria Valentini ci sembrava un’interlocutrice preziosa per esprimere alcune delle sfumature più nascoste di questa parola così evocativa.

“Magnifica” è una saga familiare dove il peso della consanguineità ricade sulle donne: sono loro a tenere insieme la famiglia, a proteggerla dalle spinte distruttrici che fatalmente la minacciano, sono loro ad accogliere l’estraneo, rendendo la famiglia comunità elettiva.

“Le donne si confrontano molto bene, in una maniera molto agile, con tutto quello che ha a che vedere il corpo, accettando la sofferenza, confrontandosi con la sofferenza e con il dolore che spesso fanno parte proprio del circuito di sangue. Però sono più disinvolte degli uomini a fronteggiare il sangue – sostiene la scrittrice –. All’interno del romanzo il sangue unisce la famiglia, sottolinea e conferma il valore del patrimonio, esiste, ma si può anche formare, a livello emotivo, a livello emozionale, a livello affettivo”.

Ma non è mai solo una faccenda esclusivamente “umana”. In “Magnifica” e in tutta la produzione letteraria di Maria Rosaria Valentini, la conferma o la costruzione dei legami avvengono sullo sfondo di una natura che non è mai solo uno sfondo o un panorama: “Compartecipa alle mie storie. Ha un suo sangue, respira, suda, si emoziona, canta. La natura è il mio specchio e ci insegna tante cose”.

Mentre ci racconta tutto questo, nel salotto di casa sua, mi guardo intorno e cerco anche io di trovare qualche suggestione nello spazio là fuori: gli indizi di un passato, una poetica, una ricerca narrativa. Opere d’arte, oggetti di design, una collezione di Topolino (e che collezione!), una vecchia macchina da scrivere incastonata nel camino, ma soprattutto libri: la natura di quello spazio ci parla di chi lo abita, del suo smisurato amore per la lingua.

“La lingua, la scrittura sono strumenti che servono alla mia conoscenza, attraverso il lavoro della lingua, voglio scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, ma voglio anche divertirmi in un certo senso, andare a disseppellire certe sonorità, certi canti”.

Da questo punto di vista, “anche i dialetti sono importantissimi, perché l’italiano nasce dai dialetti. Ci sono delle preziosità che sono legate ad altre lingue precedenti o confinanti. E quindi il dialetto secondo me va difeso, va promosso. Certamente non va confuso con la lingua italiana, perché l’italiano ha uno stile, una bellezza, un’eleganza che dobbiamo sempre prendere in considerazione. Sono due mondi diversi che si possono però coniugare”.

L’esigenza di coniugare forme linguistiche diverse, legami diversi si riverbera anche nell’attività editoriale che Maria Rosaria Valentini ha avviato nel 2020: “Eravamo in pieno lockdown, non si conosceva ancora il nostro destino, il destino dell’umanità e a quel punto mi sono detta: se davvero dobbiamo finire tutti, allora voglio concretizzare questo mio sogno e creare dei libri per i piccoli, bambini e bambine, ma anche adulti”. Così è nata la casa editrice Giraffe bianche. “Il libro per l’infanzia non deve essere un parcheggio, deve essere un luogo di vicinanza e di comunicazione. Si potrebbe dire che ho cercato di far confluire del sangue in questo piccolo progetto. Naturalmente non si raccontano storie cruente o impressionanti, ma anche qui scorre del... sangue inteso come il filo che unisce la persona che racconta al bambino o alla bambina”.

Una vicinanza che solo la potenza della narrazione rende possibile.

Maria Rosaria Valentini

Cliché 03.04.2024, 21:55

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