In vista della nuova edizione del Grin Festival, che avrà luogo dal 26 al 29 giugno 2025 all’agriturismo Gardelina di Roveredo, raggiungiamo telefonicamente uno degli organizzatori, Nico Fibbioli, per avere il polso di un’esperienza che ha raggiunto gli otto anni d’età, che esonda dalla musica e che promette sempre molto. In compagnia dei figli a preparare il terreno per la raccolta del fieno, gli rubiamo qualche minuto per addentrarci in quel che accadrà.
Il festival propone, oltre alla tre giorni, degli eventi speciali e laterali. Partiamo proprio da questi: «Il 26 giugno avremo con noi gli Al-Doum & Faryds, una recente e stupenda scoperta. Sono recentemente sceso a Zuma, il festival milanese con il quale alcuni dei loro membri collaborano, godendomi nuovi suoni». Appare chiaro come l’apertura mentale e sonora di Nico e del suo festival sia ampia, ampissima, e rimanere nel seminato del Grin sia compito arduo e stimolante.

Grin Festival
Tra le righe 24.06.2025, 15:30
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Ma il Grin è un festival di musica folk? «Non direi, non saprei cosa dirti, è difficile. La base è che ci sia sempre una connessione con il paese d’origine della band. Passiamo però da un gruppo come i Gordela, che fanno folk georgiano, ai Sanam, libanesi che però suonano post-rock e noise partendo da una radice propria. Questa è la prerogativa». Un concetto interessante sapendo che quando a entrare in circolo ed essere elaborate sono le musiche tradizionali, gli equilibri cambiano parecchio: «Con il tempo poi ci si equilibra, cercando di trovare una line-up che possa essere intrigante sia per il novizio che per l’ascoltatore esperto, mediando fra sperimentazione e tradizione. Inizialmente volevo che il Grin diventasse un momento di musica d’ascolto, di scoperta, poi confrontandosi esce anche l’aspetto scanzonato e meno impegnativo. Quando si riesce a mantenere alta la qualità senza diventare scontati o banali il percorso è quello giusto».
Importante anche mantenere e promuovere la ricerca nel proprio paese, come confermato dal recente premio culturale svizzero a Vox Blenii e Vent Negru (oltre che a un’altra eccellenza ticinese, il festival Facciamo la corte): «Cercare di tramandare il folk fra le generazioni è fondamentale! Qui in Ticino tutto quanto si canti e si suoni risale musicalmente agli anni ’70, un revival che dimentica quanto accaduto prima». Una ricerca che non deve fermarsi, anche prendendo spunto da come si conserva il proprio DNA folcloristico: «In Estonia, terra che conosco grazie a mia moglie Annika e che frequento regolarmente, l’archivio di questi canti e musiche è importantissimo, credo che arrivino a 40’000 pezzi conservati e tramandati». Un passato che in alcuni casi è presente, come oltre Gottardo, dove la musica folk si balla al fine settimana fra ventenni, fattore dimostrato all’ultimo giro della Festa Federale della Musica a Bellinzona, dove si è vista e sentita tutta la sua potenza.
Curioso capire come tra loro comunichino i differenti musicisti, incontrandosi sopra e sotto il palco: «Tutti i musicisti mi parlano di come al Grin ci sia una bella energia, che promuove l’incontro. Anche la costruzione dei backstage è parte di tutto l’insieme, e spesso si creano dei momenti di jam session e di condivisione, cosa tutt’altro che scontata».
Il Grin inizia giovedì 26 giugno 2025 con Al Doum & The Faryds e Rootical Youths Sound System
Venerdi 27, a partire dalle 16:30, Ethno Camp Concert, poi in fila Ambäck con Goran Stojadinovic, Buzz’Ayaz, BCUC e Meisterjaan
Sabato 28, dalle 12:30 Zoord, poi Addio Lugano Bella, Tengerton, Zoord, Kin’Gongolo Kiniata e Sanam
Chiusura domenica 29 con Gionata Pieracci dalle 09:00, poi alle 13:00 Gordela e via via I Sorelli, Saffron String e Antti Paalanen
I dj saranno moltissimi: il già citato Sound System, Dj Manù, Dj Ònibas, Kim Donner, Dj Fog, Dj Le Mox
Non di sola musica vive il Grin: ci sarà infatti moltissimo teatro con le Storie da mangiare de Le Strologhe al venerdì. The Sow Player Tree, Toni e 100% Paccottiglia, per chiudere con Gardi Hutter il sabato. Domenica Hanger? e ancora due repliche per garantire a tutti la possibilità di viaggiare e curiosare fra i diversi palchi.
Poi workshop di stampa e costruzione scacciapensieri su prenotazione, e una pletora di possibilità fra yoga, campane di cristallo, danze e tarocchi con cui sperimentarsi, fino agli interventi al Sitìn, luogo di incontro critico e costruttivo attorno a una tazza di tè, con relatori come Cristina Sàez e le sue cianotipie, Gianluca Grossi e la relazione con i media, Reza Mirjalali e la tradizione sonora iraniana, l’installazione sonora Futuro Antico di Danilo Ligato (in collaborazione con il Festival Demenga, in programma fra il 2 ed il 9 agosto in Val Calanca).
Tante, tantissime strade nelle quali perdersi per riuscire a ritrovare un proprio percorso artistico, musicale e umano, in una dimensione naturale, a basso impatto ma ad altissima intensità.
BCUC al Grin Festival (30 all’ombra, Rete Tre)
RSI Cultura 26.06.2025, 12:20
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