Prima ancora di diventare poeta affermato, sceneggiatore, filosofo del mito, Grytzko Mascioni ha scritto testi di musica leggera, alcuni firmati con lo pseudonimo Indira. Incursioni nel pop che portano titoli come Un bacio sulle dita, Ma cosa sai di me, Il mio segreto.
Affidata alla voce dolce ma decisa di Wilma Goich, Un bacio sulle dita approda al Festivalbar 1965 ed entra nei jukebox italiani. Con il suo titolo lieve, le sue immagini delicate, la canzone parla di distanza, di attesa, di assenza. Temi che torneranno nella produzione poetica di Mascioni.
A metà anni ‘60 Grytzko Mascioni lavora già in televisione, alla RTSI: scrive, produce programmi, ma ama esplorare altri linguaggi. Scrive versi fin da adolescente e mentre le sue poesie guardano l’ombra e l’eternità, le sue canzoni si specchiano nella luce del quotidiano. Ma cosa sai di me, interpretata da Gino nel 1966, è una ballata semplice e malinconica, che pare uscita da un piccolo bar del Sud Italia, con la radio che gracchia e una storia finita male. «Ma cosa sai di me?» chiede il protagonista, e Mascioni, autore celato sotto il suo pseudonimo, offre la risposta in silenzio: nulla, se non il canto.
Nel 1967 Mascioni collabora con Lorena Midì, per la quale scrive due nuovi testi. Canzoni che escono un po’ in sordina, ma che sono scritte con grande precisione. C’è tanto sole è quasi una cartolina balneare, un inno ai caldi raggi che riscaldano in riva al mare, Questa è l’ultima volta invece decreta la fine di un amore, eppure anche in queste parole c’è una carezza. Grytzko Mascioni non alza mai la voce, racconta sempre.
In quegli stessi anni scrive le parole per Il mio segreto, canzone che partecipa alle selezioni dell’Eurovision del 1966. Le musiche del brano sono di Mario Robbiani (direttore dell’Orchestra Radiosa), la voce è quella di Mascia Cantoni, probabilmente il volto più importante della nostra televisione. Un’esperienza nata quasi per scherzo su intuizione di Robbiani, che diventa qualcosa di serio. «Grytzko era pieno di interessi» ricorda la popolare presentatrice, «aveva un animo buono ma anche infantile. C’era sempre il bambino dentro di lui, che si divertiva a fare le cose che non erano a livello altissimo».
La vena di autore per la musica leggera di Mascioni affiora in un momento in cui si sta ripensando la cultura. A quella accademica se n’è affiancata un’altra «un po’ più vicina alla gente che non era intellettuale, che non era culturalmente preparata». Per Cantoni, Grytzko Mascioni «non era l’intellettuale che faceva cadere le cose dall’alto. E si divertiva anche molto».
La carriera di Mascioni prende poi altre vie: si dedica alla poesia, vince premi, scrive saggi sulla Grecia antica, diventa la voce della classicità mediterranea in Svizzera. Non perde però il gusto del racconto popolare. Lo dimostra il testo da lui composto per Nello Spazio, sigla del cartone animato Star Blazers, che fonde il mito greco con quello tecnologico, Ulisse con i robot.
Grytzko Mascioni nacque il 1 dicembre 1936 a Villa di Tirano (Sondrio), con legami profondi con le valli dei Grigioni e il Canton Ticino. Studiò filologia classica, filosofia e giurisprudenza a Milano. Dal 1961 al 1991 lavorò alla RTSI come autore, regista e produttore contribuendo significativamente allo sviluppo del territorio. Dal ‘91 al ‘96 guidò l’Istituto Italiano di Cultura a Zagabria, rafforzando il patrimonio culturale postbellico della regione. La sua produzione conta circa 50 opere, che comprendono poesie, saggi, drammi e studi mitologici. Finalista al Premio Strega 1990, vinse il Premio Schiller nel 2000. Ricoprì ruoli di rilievo nel Pen Club e nell’Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua italiana. Morì il 12 settembre 2003 a Nizza, lasciando un vasto archivio conservato allo Swiss Literary Archives e dalle associazioni culturali ticinesi.

Grytzko Mascioni
Grand Bazaar 04.09.2025, 14:30
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