Nel suo continuo avanti e indietro fra Milano e Aranno, Ele A si è ritagliata qualche minuto per partecipare alla Giornata della musica svizzera RSI. Ai microfoni di Rete Tre, la rapper ticinese ha annunciato di aver pronto il suo primo album.
La data d’uscita del disco non può rivelarla, e su scaletta e featuring Ele A non vuole anticipare nulla, anche se le sfugge che «c’è dentro la mia canzone preferita scritta finora. L’ho scritta tanti anni fa e non vedevo l’ora che uscisse».
Fin qui ha preferito uscire con due EP (album più corti): lei scherza dicendo di essere lentissima a lavorare e che si sta impegnando per migliorare. Non è però solo una questione di ritmi «perché per fare un album ci vuole un percorso. Un album è molto più impegnativo. Ci tenevo che fosse un lavoro ben fatto e non una playlist, un mixtape buttato lì a caso».
La dimensione dell’album la vive molto bene dal punto di vista creativo «perché ti dà molto più spazio rispetto a un EP, dove tutte le canzoni devono avere la loro funzione, mentre nell’album può esserci anche un “filler”. Quello per me è importante perché ti dà molta più libertà artistica».
Ele A ha appena concluso un tour di 20 date fra Svizzera e Italia che definisce «impegnativo ma bello» malgrado spesso abbia dovuto fare la spola fra zone anche molto distanti tra loro, come Sud Italia e Svizzera francese. Non è stata la prima esperienza di questo tipo, ma è stata particolarmente intensa per il numero di date ravvicinate. Comunque è già pronta a ripartire: il nuovo tour si inaugurerà a Zurigo il 7 novembre 2025 e la porterà in Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania.
Sono diverse le collaborazioni all’attivo per Ele A, che ha lavorato con artisti della vecchia scuola come Neffa e nuove leve come Nerissima Serpe. Spiega che «quando faccio un featuring per altri cerco di immedesimarmi il più possibile in quello che l’artista cercava chiedendomi una strofa. Questo non vuol dire che faccia le strofe a comando, però mi piace molto il featuring perché mi dà la possibilità di parlare di un argomento di cui ha già parlato l’altra persona ma da un altro punto di vista, che secondo me è una roba fighissima della musica».
Nei suoi pezzi porta sempre un po’ di Svizzera, cassa malati, Natel e medicinali inclusi. Suscitando curiosità in chi non conosce la nostra realtà: «Il rap in particolare è un genere che si lega molto alla quotidianità, alla narrativa del luogo di appartenenza» commenta Ele A, «e quindi per me è impossibile non parlare di quello che vivo qua e di come l’ambiente mi abbia influenzata in tutti gli ambiti della mia vita. Quindi sì, la Svizzera ci sarà sempre».
Intervista a Ele A (Il pomeriggio di Rete Tre)
RSI Cultura 12.09.2025, 14:00
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