Musica italiana

La vita spericolata di Pupo

Il cantante toscano compie 70 anni: a dispetto delle apparenze la sua è un’esistenza “rock’n’roll”, fra cadute e risalite, dipendenza dal gioco e bigamia

  • Oggi, 08:07
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Pupo
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Di: Gian Luca Verga 

Al solo nominarlo metà dell’Occidente cristiano abbozza un sorriso o sogghigna. Quella parte di critica blasonata, quella parte di pubblico affrancata dai gusti del mainstream o del nazionalpopolare. Un nome d’arte, Pupo, che lui stesso detestava e che ha provato pure a cambiare. Pentendosi e riacquisendolo, resosi conto della “bischerata” commessa. Grazie anche al suggerimento di un amico fraterno, quel Gianni Morandi col quale una volta giocando a carte ininterrottamente per oltre 8 ore sul volo Milano-New York perse.

Già perché il gioco, il gioco d’azzardo, è stato una patologia che ne ha condizionato la vita, e per lunga pezza. Vincite importanti ma soprattutto perdite colossali. «A 25 anni ero miliardario, poco tempo dopo praticamente in mutande». E senza braghe Pupo si è trovato in più di un’occasione, e a tanto così dal “fatal gesto”. Momenti drammatici. Dai quali però è risorto. E oggi, al netto dello scherno, te lo trovi con l’ultimo album Insieme in vetta alle classifiche di mezza Europa (Germania, Svizzera e Austria) e pronto a salpare con l’ennesimo tour mondiale che lo condurrà in Europa, negli Usa, in Sud America, in Australia. E nella sua amata Russia, dove è venerato, come del resto nelle ex repubbliche sovietiche, ma la cui presenza ha scatenato più di una polemica.

«Sono sempre stato affascinato dalla cultura russa» mi raccontava Pupo a Locarno pochi anni fa «Ci andavo anche in vacanza ai tempi dell’ex Unione Sovietica. È una passione che è stata contraccambiata dal pubblico, quello che ama quel genere di musica italiana che è mio, di Cutugno, Celentano, Al Bano».

Titolo del tour: Pupo 50… Storia di un equilibrista e mai titolo fu più azzeccato, adeguato e aderente a un uomo che ha vissuto per decenni sulle montagne russe.

Gli avevano pronosticato agli inizi della carriera, e sono testuali parole, che: «sarai un prodotto da supermercato, uno yogurt con data di scadenza». E oggi invece è qui a festeggiar 70 anni di cui 50 di carriera. Una vita sopra le righe, spesso di eccessi, dipendenze - sia dal gioco che dal sesso - di luci e di ombre, discese infernali e ardite risalite. 

Con un comune denominatore: la caparbietà e la capacità di rinascere, di sapersi reinventare, di camminare sul filo come un vero e consumato equilibrista. Gestendo al contempo i suoi demoni che son sempre lì, in agguato. Anche se non si avvicina a un tavolo verde da anni, e con la dipendenza dal sesso il percorso terapeutico seguito ha arginato il problema.

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Pupo: l’uomo, il mito, il ménage

Kappa: la non notizia 09.09.2025, 18:00

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  • Enrico Bianda

Brevilineo, toscano, effervescente. Ha sempre ammesso candidamente che il sacro fuoco della musica non ardeva nel suo petto e la chitarra era uno strumento utile a conquistare le femmine. Però a casa Ghinazzi si respirava musica. Il padre faceva il postino, la madre casalinga. Entrambi i genitori si dilettavano nel canto e nella recitazione: la mamma in diversi cori del luogo, il padre nell’ottava rima toscana, il nonno Santi Ghinazzi era soprannominato “il poeta”.  E la gavetta se l’è fatta nei locali di Arezzo e provincia. Fino al 1975 quando con la complicità di un amico approda alla nascente Baby Records e incide Ti scriverò. Fu proprio la casa discografica di Freddy Naggiar che gli appiccicò il nome d’arte, quel “Pupo” che Enzo Ghinazzi indossa ancor oggi. Il grande successo arriva nel ’79, con Gelato al cioccolato. A ruota segue Sanremo con Su di noi e l’album Più di prima distribuito con successo in Europa.

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C’è Pupo a Basilea, “Forse”...

RSI Archivi 04.06.1980, 09:17

Due canzoni simbolo, oltre a Firenze Santa Maria Novella, dolce canzone dedicata alla stazione del capoluogo toscano. Ma una di queste Gelato al cioccolato l’ha capita negli anni, lui come noi. Perché la leggenda, mai confermata, narra che Malgioglio, autore del testo, la scrisse dopo una vacanza in Tunisia e relativa relazione con un giovane indigeno. Pupo, e noi con lui, rimase di stucco. Il testo infatti può assumer significati “altri” e pruriginosi.

«Soffro del complesso di superiorità» ammise candidamente all’incontro pubblico che ebbi il piacere di gestire. Ed è probabilmente l’armatura che si è costruito negli anni, sin da bambino a causa di traumi e rifiuti vissuti. Testosterone, rivalsa e tanta cazzimma, quella di cui certo non difetta. È inoltre tifoso sfegatato della “Viola”, per la quale ha scritto È Fiorentina canzone che fa parte del paesaggio emotivo di chi ama la città e la sua squadra. Ed è bigamo! Altra contingenza esistenziale che ha scatenato una ridda di polemiche. Già perché Pupo è un fervido sostenitore del poliamore: da anni vive in armonia con Anna, la legittima consorte che ha impalmato in gioventù, e con l’amante Patricia, la sua “personal manager. Un ménage à trois che funziona a meraviglia perché l’artista sostiene con forza di amarle entrambe. Ed è ricambiato. D’altronde due figlie con la prima, una con la seconda sono lì a testimoniarlo. Ed è pure nonno di 3 nipoti.

Si diceva della sua straordinaria capacità di risorgere dalle proprie ceneri. Quando il successo discografico scema, a fronte anche dei problemi di cui sopra, Pupo si dedica alla televisione e alla radio. È brillante, loquace, battuta pronta. Ospite prima, conduttore di programmi di successo poi raccoglie ampi consensi: da Affari Tuoi al Malloppo al Gran galà dello Zecchino d’Oro che tra l’altro vinse con Canzone amica nell’87. Ed è un’attività che non ha più abbandonato.

Ma tutto questo popò di roba non gli basta: perché Pupo, tornando in sella a tutto campo si dedica anche all’editoria pubblicando La confessione il suo primo romanzo noir, così come Banco Solo! Diario di un giocatore chiamato Pupo votato alla malattia derivante dalla passione per il gioco d’azzardo. Recita al cinema, si cimenta col doppiaggio, scrive per sé e per altri, Sarà perché ti amo è anche figlia sua. Ed è stato per alcuni anni presidente della celebre Nazionale italiana dei cantanti.

E soprattutto cresce il successo delle sue canzoni, ovunque. Tradotte in più lingue gli permettono di tornare, oltre che a Sanremo (dove è convinto di non aver vinto per magheggi dell’ultimo minuto) e nei teatri di mezzo mondo per raccontare la sua parabola, la sua vita spericolata; senza risparmiarsi, senza ometter vicende e particolari poco edificanti. Un vero funambolo, capace di camminare sulla fune senza reti di protezione. 70 anni vissuti da rocker vero, al netto delle canzonette leggere, che nella sua vita picaresca ne ha combinate peggio di Bertoldo, mettendoci però sempre la faccia e pagando di persona. Onestà intellettuale e trasparenza sono merce rara.

56:23

Buon compleanno Pupo!

Millevoci 11.09.2025, 10:05

  • Imago/Avalon.red
  • Herbert Cioffi e Francesca Margiotta

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