Il bello del fai-da-te, nella musica, è che ingegnarsi con i pochi mezzi a disposizione può rivelarsi una trovata vincente non solo per sollazzarsi con le sonorità preferite, ma anche per creare atmosfere, mondi, immaginari. È il caso del sound system, un modo di offrire musica dal vivo più economico rispetto ai concerti, nato negli anni ’40 dello scorso secolo in Giamaica, dove tuttora è capillarmente diffuso. Un impianto audio da usare in strada, previa presenza di generatore di corrente, in cui i dischi messi a girare sui piatti (oppure, oggi, fatti partire da un laptop) arrivano al pubblico attraverso torri di casse per l’amplificazione, diventate in seguito icone di una comunità.
Organizzato il nostro sistema sonoro, toccherà ai dj manipolare il suono alzando, abbassando, chiudendo canali, aggiungendo effetti a piacere - la sirena e la tromba da stadio sono grandi classici delle serate reggae, tra i generi di riferimento in questo discorso. È proprio nelle feste dedicate alla musica in levare che il basso è essenziale. Chi ha partecipato a uno di questi eventi avrà notato come le sue frequenze arrivino belle rotonde e corpose al torace, diciamo pure dalle parti del cuore. Basso che va dosato, proprio perché è la cosa che piace di più: la sua modulazione diventa dunque fondamentale per deliziare la folla.
Neo, sound system e Pino Musi
Il Quotidiano 19.04.2025, 19:00
Il sound system è molto apprezzato nella Svizzera italiana, dove ha ispirato una scena nata a metà anni ’90 e sviluppatasi fino almeno al 2005. Tante le serate animate, forse ci dice qualcosa Ul Burdell dala Sagra, che si organizzava in occasione della vendemmia a Mendrisio. Un movimento non ancorato in un nostalgico passato: negli ultimi anni è cresciuta molto la scena dub, erede di quella originaria giamaicana, che sta favorendo un ricambio generazionale anche qui da noi.
Zonasun - Roots ’n’ Soul
Confederation Music 23.03.2025, 20:30
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