A tu per tu

Imitare è la chiave per padroneggiare ogni suono

Ayumi Togo racconta il suo percorso di cantante dall’opera alla musica contemporanea, sua grande passione

  • Ieri, 15:01
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Incontro con Ayumi Togo 

RSI Neo 13.12.2025, 19:30

  • Neo
Di: Neo/RigA 

Il suo sorriso ben dispone fin da subito, la sua spontaneità provoca un naturale moto di simpatia. Le arie lei non se le dà, le canta. Ayumi Togo non si nasconde dietro i massimi sistemi, e davanti alle telecamere di Neo racconta a Sandy Altermatt come è diventata cantante d’opera, registro soprano, e il successivo passaggio dalla lirica alla musica contemporanea.

«A me piace tantissimo imitare». Spiega così il modo in cui ha risolto l’ostica questione di dover cantare, lei che è nata e cresciuta in Giappone, nelle lingue dell’opera, come l’italiano e il tedesco. Saper replicare vezzi e pieghe della maniera di esprimersi altrui, oltre che a divertire gli astanti, le ha evitato di sottoporsi a sfibranti esercitazioni, «perché studiare è un po’ noioso», confessa.

Sempre in movimento, una personalità poco incline a porsi dei limiti, a un certo punto della sua carriera Togo ha maturato la scelta di dedicarsi alla musica contemporanea, che apprezza perché offre la possibilità di affrontarla in maniera più personale. La sua tecnica l’ha perfezionata grazie alla Maestra Luisa Castellani, sotto la cui guida ha conseguito due Master e uno di Advanced Studies in Repertorio contemporaneo al Conservatorio della Svizzera italiana. Prima di trasferirsi a Lugano aveva già ottenuto una specializzazione nel campo dell’insegnamento pedagogico all’Università Osaka Kyoiku.
Di lei, Castellani ha apprezzato non solo le doti tecniche, tramite le quali riesce a padroneggiare musiche di tutte le epoche, ma anche disciplina, passione, educazione, «e credo che sarà particolarmente apprezzata, professionalmente e anche per le sue doti umane, da tutti coloro con cui avrà occasione di collaborare», è il suo pensiero.

Ma come si lavora sulla musica contemporanea? Domanda tutt’altro che banale, considerato che il genere prevede partiture non convenzionali: ci sono casi in cui i compositori esprimono la loro arte tramite disegni e illustrazioni. Togo è chiamata così a leggere anche cosa vuole l’autore. Per far capire meglio in cosa consiste questa preparazione, fa un esempio legato a Karlheinz Stockhausen, alle «venti pagine di spiegazioni su come vuole che cantiamo, ci esibiamo, le posizioni [sul palco]» da lui vergate per un suo lavoro. Ma «se il compositore è ancora vivo, parliamo con lui», aggiunge. E forse così è tutto un po’ più facile.

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