Un vero colosso del sax, uno sciamano della musica, un autentico “nero a metà” - e non solo nell’anima, come alcuni dei suoi celebri sodali, tra cui Pino Daniele, che, mi disse qualche anno fa, ogni tanto gli «appariva in sogno». Nero a metà, Gaetano “James” Senese lo era anche per nascita: madre napoletana (Anna Senese) e padre afroamericano, tale James Smith che dalla Carolina del Nord sbarcò a Salerno al seguito delle truppe americane durante la Seconda guerra mondiale. Un paio d’anni più tardi tornerà in patria senza più metter piede in Italia. Sangue nero e anima napoletana.
Quella plasmata dalla famiglia, nonno Gaetano che lo cresce, e dalla città. Con i suoi colori, i suoi profumi, le voci e un’umanità ineffabile. Specchio di quello straordinario crocevia di culture e musiche che si incrociano tra le brezze che increspano il Mediterraneo. Europa, Africa, paesi arabi, e l’America del jazz e del rhythm’n’blues che gli Yankee sdoganano in Italia durante il conflitto. James cresce tra le baracche di Miano quartiere della periferia nord di Napoli confinante con Scampìa e Secondigliano. Una vera palestra di vita, emarginazione e cemento, perché proprio lì ha dovuto combattere contro pregiudizi d’ogni genere, razziali e culturali.
James Senese e la scena musicale napoletana (Passaggi, Rete Uno)
RSI Cultura 29.10.2025, 15:05
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Ma per sua fortuna la musica lo rapisce subito. Il suono e la poesia dello swing, del boogie e di Glenn Miller lo travolgono. E soprattutto del sax, strumento che mamma gli regala a 12 anni e che gli cambierà la vita. Per sempre. Nato e cresciuto in una famiglia povera capì che suonando avrebbe potuto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, «di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta». Dopo alcune avventure artistiche, sono gli Showmen il primo serio progetto artistico di spessore.
Il repertorio è articolato su cover di Otis Redding, James Brown e Marvin Gaye, al quale seguirà Showmen 2 con tanto di omonimo Lp. Ma è nel 1974 che “O Jé” (come lo chiamava Pino), con l’amico fraterno e batterista Franco Del Prete, crea i Napoli Centrale. La storia racconta che fondando la sua creatura artistica più celebre, un supergruppo stellare, di cui disse: «dobbiamo scassare tutto, fare una musica nera che in Italia non ci sta, eseguire brani che durano 10-12 minuti». E i Napoli Centrale furono davvero un potente ibrido tra jazz, groove e tradizioni popolari. Canzoni come Campagna o Ngazzate sognate sono lì a raccontarci anche di quelle difficoltà e di quel riscatto che lui e la sua gente hanno vissuto.
Era alla genesi di quel movimento seminale, denominato Neapolitan Power, che appunto tra jazz, rock e radici ridisegnò le coordinate della musica in Italia bussando alle porte dell’internazionalità. Attorno all’ensemble crebbe una scena di musicisti di grande talento e spessore, che poi camminò con le proprie gambe edificando una storia unica e di qualità sopraffina, offrendo una rivoluzione che fuse mediterraneità e modernità.
James crea, compone e studia. Coltrane e Miles Davis soprattutto, fino allo sfinimento. Anche per trovare e coniare una propria personalità, un proprio suono, che scopre forgiando uno stile molto riconoscibile, espressivo, aspro e di grande impatto. «Nella musica - disse - ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente. Ho capito che potevo liberarmi di tutti i problemi, che potevo scacciare i timori che attanagliavano la mia anima».
James Senese, le collaborazioni con Pino Daniele (Alla deriva, Rete Tre)
RSI Cultura 29.10.2025, 13:40
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Non è un caso che quando Pino Daniele (che aveva militato quale bassista per un anno nei Napoli Centrale) vuole una band per i suoi primi album e concerti, voglia proprio anche James così come De Piscopo, Zurzolo, Amoruso e Vitolo: uno straordinario dream team che ha davvero scolpito la storia della musica.
E poi James spicca un altro volo quale solista licenziando negli anni lavori di gran pregio, collaborando con artisti italiani e stranieri, alcuni dei quali delle vere supernove quali Gil Evans, Ornette Coleman, James Brown, Art Ensemble of Chicago, per citarne alcuni. Collaborazioni che arricchiscono il suo vocabolario, che ne forgiano lo status, che gli permettono di spaziare, di scrivere e suonare ciò che sente e che vibra nella sua anima, seguendo la sua bussola interiore. E nel mondo intero. Poi c’è il cinema: lui, alto e slanciato, con la chioma fluente e selvaggia - come quella di Hendrix - a incorniciargli il volto.
James Senese si è spento all’ospedale Cardarelli di Napoli all’età di 80 anni. Rimane la sua immensa eredità musicale e umana: il testamento di una voce unica, inconfondibile, di una Napoli che ha saputo esprimere creatività e fantasia, cultura e umanità.
James Senese: Neapolitan Power (Montmartre, Rete Due)
RSI Cultura 29.10.2025, 15:35
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