Vulcanica protagonista del mondo della musica e dello spettacolo, per il suo esordio letterario Rita Pavone ha puntato su storie di spessore umano. Storie che aveva già lì, custodite nella sua lunga discografia da milioni di copie vendute. Storie di donne. Quelle racchiuse in Gemma e le altre, concept album del 1989 che è diventato anche un libro, edito da La nave di Teseo.
Di quel disco è autrice dei testi, parole che guardano «all’universo femminile, in tutte le sue sfumature e accezioni. Compresa quella degli amori diversi» ricorda nel comunicato stampa di presentazione del volume, «E questo accadeva in tempi non sospetti. Ora è fin troppo facile parlare di qualcosa che allora era invece considerato dalla società inammissibile, improponibile, inaccettabile». In quelle strofe e in quei ritornelli «ci sono le storie vere di alcune donne, le cui vite, disperse tra gioie, dolori e rimpianti, mi hanno preso per mano, coinvolgendomi al punto tale da desiderare di mettere i loro sentimenti, la loro rabbia interiore, la loro fierezza o decadente debolezza, anche in musica».
Showcase Rita Pavone
RSI Cultura 12.11.2013, 01:00
Il disco all’epoca ricevette recensioni molto positive. Tuttavia, per gli argomenti trattati, sostiene Pavone, «subì una voluta indifferenza da parte delle radio e della TV. Ma il tempo è galantuomo e oggi, d’improvviso, questo disco riemerge per suo conto, con una grande e inaspettata forza». Sentendosi rivolgere di continuo domande su quell’album, ha deciso di metterne su carta le canzoni trasformandole in racconti. Un’operazione accompagnata dalla ristampa del disco, rimasterizzato e disponibile in CD, LP, download e streaming.
Rita Pavone ha sfogliato il suo libro a Millevoci. A cominciare dalla seconda parte del titolo, Donne ferme, donne che camminano:
«Le donne ferme sono quelle che accettano una vita che non gli spetterebbe, una vita che le fa soffrire, una vita difficile, indistricabile. Un vita stupida Quelle sono le donne ferme, che non hanno la capacità di alzare il dito medio e dire: “Va bene, addio, la vita non finisce qua”.
Le donne che camminano sono quelle che capiscono tutto, e sanno che comunque la cosa non va avanti. È deleteria, ti rovina il cuore, non sei più la stessa persona. Questa è la donna che cammina, che reagisce: “Il mondo è grande e vasto, non ci sei tu, ci saranno altri”. Hai tante di quelle cose davanti. Puoi trovare un modo di vivere diverso da quello che ti è apparso fino a quel momento, e questo secondo me è importante: la capacità di saper reagire. Io sono una donna che cammina».
Racconti di donne ascoltati durante una serata conviviale trascorsa con amiche e sconosciute:
«Loro cercavano forse solidarietà. Io non sapevo come accettare queste confessioni “Ma perché me le racconti? Ci conosciamo da poche ore”. Qualcuna la conoscevo perché era importante come personaggio, e mi aspettavo avesse lei la capacità di tenere le redini. E invece erano gli altri che tenevano le sue.
Per alcune provavo veramente simpatia, volontà di aiutarle, di altre invece dicevo: “Ma datti una scrollata! Sei così potente, sei così in grado di alzare le spalle, di mandare al diavolo questo essere. Preferisci soffrire l’umiliazione che ti fa patire, che non soffrire per una volta il distacco”. Che poi sono le stesse donne che magari, maltrattate, quando vanno in giro vanno sottobraccio, e così fanno vedere il loro uomo, come dire “Io ce l’ho, voi non ce l’avete”. È tristissimo tutto questo».
L’amore è tema centrale di Gemma e le altre. Amori felici, altri infelici, questi ultimi figli di situazioni inaccettabili per Rita Pavone:
«Per esempio, in Amore a metà, sapere che questa donna sta con una persona che sa che la tradisce da quando si sono conosciuti. E lei che dice “Mi ama, mi ama profondamente, sono io che non sono in grado di dargli quello che lui vorrebbe”. E allora quello che lui vorrebbe lei gli permette di cercarlo altrove. Anche se ogni volta che lui torna, lei si rende conto di avere accanto una persona assente, che non ha pudore [...] Ti dicono delle cose che magari io non accetterei mai».

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