È stato un fine settimana di Pentecoste molto ricco per l’Orchestra della Svizzera italiana e il suo direttore, Markus Poschner, in partenza dopo dieci anni di collaborazione. Un evento, in particolare, ha destato molta attesa e partecipazione: l’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff al LAC domenica 8 giugno, che ha visto esibirsi assieme i musicisti dell’OSI e 17 cori della Svizzera italiana. Proprio da qui parte la nostra conversazione con il maestro tedesco:
«È qualcosa di straordinario, che non abbiamo mai fatto prima. Così tanti cantanti ticinesi: sono molto orgoglioso di questo progetto. Questo è il nostro vero compito, come Orchestra, nei confronti della comunità e della società. Qui in Ticino, a Lugano. Non si tratta solo di fare dei concerti e suonare per il nostro pubblico. È un investimento più profondo nella comunità per sentirsi un gruppo, una squadra. Soprattutto in questi giorni, è importante riunirsi e sentire il potere della musica, perché è un linguaggio universale, ed è quello che abbiamo sentito durante la preparazione di questo concerto».
Con l’apertura delle prove al pubblico, i Carmina Burana del LAC sono stati un nuovo esempio di coinvolgimento degli spettatori:
«La cosa più importante, oggi, credo sia sentire la risonanza. Abbiamo bisogno di risonanza. Ripensiamo anche solo al periodo terribile della pandemia, in cui tutti erano isolati. È stato un disastro, perché noi esseri umani non siamo fatti per vivere da soli. E credo che momenti come questi, in cui percepiamo una collettività, una vicinanza, rimangano impressi in noi, indimenticabili. Ci sentiamo toccati, siamo in risonanza. Penso che, in questo senso, non siamo cambiati molto negli ultimi 10’000 anni. 10’000 anni fa eravamo tutti seduti intorno a un fuoco, ballando, mangiando, bevendo e ridendo. Questa è da sempre la manifestazione di una comunità. Non è una questione che riguarda il possedere lo stesso passaporto, la stessa religione, la stessa lingua. È qualcosa di universale».
Il servizio di Neo sui Carmina Burana OSI (da 30”45’):

Neo, l’arte e il concetto di vicinato
Il Quotidiano 07.06.2025, 19:00
Del connubio amatori-professionisti dell’iniziativa, mette in rilievo ciò che ha accomunato orchestrali e cantori:
«Siamo musicisti professionisti, ma non siamo differenti per quanto riguarda la necessità di comunicare attraverso la musica. Naturalmente, come musicisti professionisti a volte siamo un po’ più veloci, perché siamo ben formati e istruiti. I coristi amatori hanno bisogno di più tempo, ma alla fine il nostro obiettivo è esattamente lo stesso, e i risultati arrivano. Abbiamo un sentire comune, la connessione con il proprio mondo interiore. La musica è un ulteriore linguaggio dietro il linguaggio, trasforma ciò che non possiamo vedere. Un mondo invisibile ma reale, il mondo delle emozioni. È esattamente ciò di cui siamo fatti, il nostro scopo nel mondo.
Si tratta di una risposta piuttosto spirituale: credere in qualcosa. Credere in questa passione che ci accomuna, sia che siate dilettanti o che siate professionisti, o che non sappiate leggere la musica: ci sono molte persone, nel coro, che non sanno leggere la musica ma la conoscono perfettamente, cantano a memoria. E questo è davvero fantastico, perché si sente questa passione travolgente».
In questi 10 anni c’è stata una crescita dell’Orchestra, confermata da prestigiosi premi, l’ultimo dei quali vinto quest’anno. Poschner però non traccia un vero e proprio bilancio:
«Come musicista non si tratta di collezionare premi o standing ovation. Anche se ne abbiamo avuti. Per me oggi è un nuovo giorno, si riparte dall’inizio. Non c’è nulla nelle nostre mani: siamo musicisti, quindi tutto è nell’aria, volatile. La musica esiste nel momento in cui la facciamo. Così ogni giorno è un nuovo inizio.
Posso solo raccontare di sensazioni che riguardano i nostri 10 anni insieme. Un viaggio pieno di esperienze, di momenti felici e speciali, indimenticabili. Questo viaggio ha cambiato la mia vita. E anche l’Orchestra l’ha cambiata. Ho trovato la mia seconda famiglia musicale, mi sento davvero a casa».
Markus Poschner e i dieci anni con l’OSI
Musicalbox 06.06.2025, 16:35
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